13/03/2023 10:17
L'ennesimo psicodramma romanista. A meno di tre settimane dalla sconfitta di Cremona. Questa volta senza che ci sia Serra a fare da scudo alle lacune di una rosa stanca e nervosa. Ma mettendo in scena lo spettacolo sul palcoscenico dell'Olimpico pronto fin dal calcio d'inizio ad una battaglia vocale contro il nemico arbitrale. Prima acclamando lo squalificato Mourinho, poi offrendo una panolada in stile spagnolo.
Con diversi striscioni a fare da corollario alla lotta personale dello Special One. "Più colpite, più combatteremo. In campo 11 Mourinho", recitava uno dei drappi in Tribuna Tevere. Che i giocatori hanno preso alla lettera. Scendendo in campo nervosi e creando polemiche con l'arbitro Fabbri fin dal calcio d'inizio. Il preambolo della disfatta tecnica. Soprattutto della difesa.
Un'avvisaglia negativa che era arrivata dopo 8' con l'ammonizione di Smalling - capitano per una sera. In 18 minuti Laurienté ha tagliato in due il lato destro giallorosso. Ridicolizzando Zalewski e Ibanez, spostato per l'occasione dal lato opposto rispetto al solito. Con il senno di poi una scelta scellerata di Mourinho, più preoccupato di preservare Mancini - 90° in panchina - dalla diffida in vista del derby. Inserendo Kumbulla al suo posto. Che di organizzare una difesa compatta e organizzata contro il tridente del Sassuolo. Berardi si è reso protagonista del rigore, dopo il calcione di Kumbulla. Un gesto che ha portato al cartellino rosso.
Un'espulsione scellerata che ha cambiato il volto della gara quando sembrava riaperta. Ma partita da uno stato nervoso generale ai limiti della schizofrenia, figlio della settimana di tensione creata ad arte da Mourinho. Tra manette social e un senso di accerchiamento passato quasi per osmosi ai calciatori. Diventato arma a doppio taglio di una rosa stanca, consumata dalle tre partite a settimana e falcidiata da troppi infortuni tutti assieme. Servirà silenzio (stampa) e lavoro nella settimana prima della pausa, tra Real Sociedad e derby. Unica nota positiva? La prima rete di Wijnaldum in Serie A.
(La Repubblica)