03/04/2023 07:33
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Tre a zero e passa la paura. Anche se il risultato «comodo» della sfida in programma ieri pomeriggio all'Olimpico contro la Sampdoria, può trarre in inganno. Perché fin quando i liguri sono rimasti in undici la partita era molto più che una passeggiata per i giallorossi. Lo si sapeva alla vigilia, perché Stankovic con la Roma ha più di un conto in sospeso: come l'Olimpico ha tenuto a ricordagli durante la gara con cori non degni di un pubblico di questo livello (e infatti Mourinho ha provato a far scendere i toni facendo chiari segnali alla Sud). La svolta arriva dopo il fallo di Murillo su Abraham che gli vale il secondo giallo e lascia i suoi in dieci. Nemmeno il tempo di rimettersi in piedi e arriva la prima sberla giallorossa: secondo gol consecutivo in casa di Wijnaldum che fa esplodere l'Olimpico e mette in discesa la serata di Mourinho & Co. Ma la Roma non la chiude subito e bisogna aspettare la ripresa quando Dybala dal dischetto e poi El Shaarawy a tempo scaduto sigillano il tre a zero che rimette i giallorossi nella corsa Champions. Mourinho si ritrova quarto in condominio con l'Inter in caduta libera a quota cinquanta punti, a meno uno dal Milan terzo e a cinque lunghezze dalla Lazio di Sarri che viaggia serena al secondo posto in classifica. I numeri della serata dicono anche altro: l'olandese reduce dal bruttissimo infortunio che gli ha compromesso la prima stagione a Roma conferma la crescita, segna il gol che sblocca la partita e subisce il fallo da rigore che manda sul dischetto Dybala. Il campione del mondo argentino segna il suo decimo gol stagionale con la maglia della Roma e fa un paio di cose alla sua maniera che mandano in tilt l'Olimpico a un passo dall'ennesimo sold out stagionale. Ma soprattutto arriva l'ottavo clean sheet per i giallorossi che sembrano aver ritrovato la nota solidità difensiva, smaltito le tossine del derby e tornano a correre anche in campionato. Tra le cose positive un solo neo: Abraham. L'inglese sempre più nel suo tunnel, non riesce mai a trovare il passo, per non parlare del gol. Si innervosisce a ogni azione, subisce molti falli ma ormai sembra essere anche lui in preda alla sindrome di Zaniolo: gli arbitri non gli fischiano nulla anche quando lo meriterebbe. Difficile immaginare ancora un futuro insieme. Meglio, paradossalmente, Belotti che ogni volta entra e trova il suo posto in campo, lavora e fatica per tutti e si è creato uno spazio, non solo nello schema tattico di Mourinho, ma anche nel cuore dei tifosi giallorossi che premiano la sua abnegazione. Però la vittoria è già finita, bisogna restare sul pezzo perché sabato c'è la trasferta a Torino che diventa un'altra partita da non sbagliare. Il gruppo Champions è tutto lì, le porte restano aperte, ma è chiaro che da qui in poi andrà avanti chi sbaglia meno.