20/05/2023 08:42
Guardiola e Mourinho. Il Genio e lo Sciamano. Due tipi e due strade molto diverse per arrivare allo stesso esito e allo stesso mausoleo. Quello del leader carismatico che imprime effetti radicali di plagio nei suoi adepti. Se vai ad ascoltare la cassa toracica di ognuno è il loro nome che rimbomba come un tamburo, la loro voce, il loro verbo. Che sia Barcellona, Bayern Monaco o Manchester City, Pep ti emoziona con lo spartito, la bellezza musicale e insieme inesorabile delle trame. Piedi che cantano alla lettera, nella beatitudine del trovarsi. Che sia qualunque cosa, ma soprattutto se è la Roma, José lo riconosci ascoltando il rumore del sangue nelle vene dei suoi legionari. Nel caso di entrambi, Pep e José, non è ammissibile stare con loro se non sposandone in pieno la causa. (...) José, come tutti i leader a vocazione settaria, pretende che la sua fiamma sia alimentata a tempo pieno. Entrambi non stavano nelle braghe mercoledì e giovedì sera, ma per motivi diversi. Pep era felice come un bambino dopo la mattanza del Real perché aveva "visto" per almeno per trenta minuti la sua utopia realizzata. Mou esultava, dopo cento minuti di sofferenza pura, perché aveva visto i suoi ragazzi andare alla guerra per lui. Sulla bocca di tutti. Oggi, come altre volte in passato, sulla bocca di tutti. Pep per lo spettacolo che sa dispensare, Mou per lo spettacolo che sa negare. (...) Se Guardiola ha ammaliato il mondo attaccando il mondo, Mourinho lo ha conquistato arretrando. Ha fatto del difendersi la sua categoria del sublime. La cintura di castità come elemento di seduzione. Mou e la sua Roma (ma era così anche la sua Inter) danno spettacolo a loro modo predicando e praticando l'inaccessibilità del loro corpo. Nell'era del libero accesso, in cui chiunque accede a qualsiasi cosa, forse il vero rivoluzionario è lo stregone di Setubal. E pazienza se i moschettieri del culturalmente corretto, quelli eternamente ge nuflessi sul ponte dei sospiri dei Galeano e dei Soriano, la pensano diversamente. Mourinho è il loro cigno nero. (...) Se Pep Guardiola resta, di gran lunga, il più grande di tutti (magnifica combinazione di lirica e intelletto applicata al pallone), Josè Mourinho è l'uomo dei miracoli e delle grandi suggestioni. Colui che ha moltiplicato tifosi e sogni invece che pani e pesci. (...)
(gasport)