13/05/2023 10:33
Non si può vivere senza speranza, diceva il grande poeta. E José non vive più di un'ora senza lei. José si chiama Mourinho ma si potrebbe scrivere in mille altri modi, quante sono le sue facce, le sue espressioni, le parole che sceglie per provocare dei meravigliosi depistaggi ogni volta che una sua squadra perde.
Mourinho è diventato grande, ultimamente addirittura un po' nostalgico [...]. Niente di preoccupante, state sereni o voi che amate la battaglia, José, sotto le vesti di un uomo mite, nasconde la scimitarra dell'offesa, che sguaina ogni volta che finiscono certi argomenti e non si sa più che dire. [...] Non c'è contraddizione tra le due parti di Mourinho, quella tenera dell'allenatore-padre che protegge la sua famiglia con le carezze, e quella dura che attacca il sistema, o qualche figlio snaturato [...].
José, come il quasi omonimo, divide le acque, spacca il mondo in due emisferi, uno con lui e l'altro chissenefrega, perché non c'è interesse a stare dalla parte opposta alla sua. E può accadere che il nostro, inquieto e provocatorio, si sposti da un lato all'altro, attraversando il mare, a seconda di dove sia un attracco, una speranza appunto. [...] Non siamo abituati a tanto, la scena solitamente è così misera, piena di facce sempre uguali e di parole consunte. [...] Poi arriva sulla scena il vate e sul pubblico cala il silenzio, rapiti dalla maestria espressiva di un uomo che conosce anche la musica, da come usa le pause, elementi dello spartito.
[...] Ci mancherà l'ultimo imperatore di Roma, quando se andrà, se mai sarà. Non è questione di sport ma di spettacolo, che poi a pensarci sono la stessa cosa. [...] Ci sono l'uomo, le sue speranze, le innegabili vittorie, le nostre emozioni, la fine del tutto.
(Alessandro Bonan - Il Foglio)