E il momento della verità per pianificare il futuro

02/06/2023 07:36

IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Tre giorni, un ultimo strappo (quello in programma domenica sera contro lo Spezia), poi sarà il momento della verità. Da lunedì Mourinho ha annunciato che sarà in vacanza, ma è chiaro che se dovesse ricevere un input per incontrare la proprietà rimanderà sicuramente la partenza. Il portoghese ha dato ampi segnali di apertura, a Roma si trova bene, ma per restare vuole garanzie: nulla più di quello che le due parti si erano dette poco prima di quel 4 maggio 2021 quando la società annunciò il suo arrivo a Roma. Un fulmine a ciel sereno squarciò il cielo della Capitale. «Mourinho a Roma? E quanno ce casca...» fu il commento più gettonato a caldo dal popolo romanista. E invece era tutto vero. Ma evidente che già da allora il tecnico portoghese, che fin lì aveva vinto tutto o quasi, aveva chiesto garanzie. Il programma era chiaro: un primo anno di «arrivo», un secondo di «crescita» per puntare (o comunque provare) a «vincere» lo scudetto nel terzo. E fin qui Mourinho ha mantenuto le aspettative: Conference Legue il primo anno, finale di Europa League (persa in quel modo ai rigori) nel secondo e ora come da programma batte cassa per poter almeno avere le carte in regole in vista dell'eventuale terzo obiettivo. Vuole restare, lo ha fatto capire a più riprese, ma per farlo intende avere le garanzie promesse. Adesso la palla passa nelle mani dei Friedkin sta a loro uscire allo scoperto e far capire al tecnico, ma anche a tutto l'ambiente giallorosso, cosa si dovranno aspettare per il futuro. Da definire anche quello di Tiago Pinto che sembrava già lontano ma che invece potrebbe rimanere anche lui a Trigoria. Insieme per costruire una nuova Roma in grado di prendere il meglio da quella attuale e su queste solide basi (Smalling, Mancini, Matic, Cristante, Pellegrini e qualche giovane di talento) costruire i piani superiori: a partire da un reparto offensivo da ricreare interamente a prescidere da Dybala. Il campione del mondo argentino è stato spesso luce offensiva di questo gruppo, ma quando è mancato (e le occasioni non sono state poche), i suoi compagni hanno brancolato sempre (o quasi) nel buio.