Mou a muso duro, strappo con l’Uefa

23/06/2023 08:28

IL TEMPO (L. PES) - La Roma sceglie la via del silenzio, Mourinho no. A poco più di ventiquattr’ore dalle pesantissime decisioni della Uefa in merito al tecnico giallorosso e al club stesso, con squalifiche e multe, lo Special One affronta la massima istituzione calcistica europea a muso duro. Il portoghese, infatti, attraverso una lettera inviata a Boban si è dimesso con effetto immediato dall’Uefa Football Board. «Ringraziando per l’invito a me esteso di diventare membro del Board, ci tengo a informarvi che, con effetto immediato, rinuncio alla partecipazione a questo gruppo. Le condizioni in cui credevo così fortemente quando sono entrato non esistono più e ho sentito l’obbligo di prendere questa decisione. Chiedo cortesemente di comunicare la mia decisione al presidente Ceferin» firmato José Mourinho. Una presa di posizione durissima, volta a dare un segnale chiaro, forte e deciso: l’Uefa non mi rappresenta.

Il trattamento riservato alla sua Roma in campo, ma soprattutto, le decisioni arrivate dopo Budapest hanno accresciuto in Mourinho delusione e rabbia. Sentimenti che hanno spinto il portoghese a prendere una linea diversa, anzi, opposta, a quella del club, esprimendo forte dissenso nei confonti dell’organo calcistico europeo. In termini pratici, la decisione di Mourinho non sposta molto.

L’Uefa Football Board è un organo che comprende tra le sue fila grandi allenatori e campioni che hanno scritto pagine indimenticabili della storia del calcio. L’idea è nata da Zvonimir Boban ad aprile, coadiuvato dal designatore Roberto Rosetti (che ha assistito all’episodio tra Mourinho e Taylor a Budapest, essendo anche chiamato in causa dal tecnico) e ha coinvolto diversi grandi personaggi: Carlo , Fabio Capello, Paolo Maldini, José Mourinho, Javier Zanetti, Luis Figo, Zinedine Zidane, Michael Laudrup, Jurgen Klinsmann, Rudi Voeller, Rafa Benitez, Robbie Keane, Philipp Lahm, Petr Cech, Juan Mata, Ronald Koeman, Gareth Southgate, Rio Ferdinand, Predrag Mijatovic e Roberto Martinez. L’obiettivo prefissato era quello di raccogliere proposte concrete per migliorare il calcio. Una riunione di persone che hanno fatto, e stanno facendo, la storia del calcio europeo che proveranno a rinnovarlo dall’interno. Ma l’idea di partenza nella quale Mourinho «credeva fortemente» è decaduta poche settimane dopo in maniera lampante.

Dopo le reazioni diametralmente opposte all’arbitraggio di Taylor (furioso Mourinho nelle dichiarazioni post partita, analitica la nota firmata da Pinto il giorno dopo) si aggiunge un altro tassello che aumenta la distanza tra la visione battagliera del tecnico e quella diplomatica e volta al mantenimento dei rapporti della proprietà.

Una proprietà che Mou ha incontrato in Portogallo (nella persona del presidente Dan) e che continua a lavorare sul mercato con il gm Pinto, in attesa di finalizzare la cessione di Kluivert al Bournemouth (alla Roma 12 milioni bonus compresi), e impegnato sulle altre uscite. I più vicini all’addio restano Volpato e Missori che all’inizio della prossima settimana dovrebbero vestire ufficialmente la maglia neroverde. Ancora lavoro da fare, invece, sulle uscite di Perez e Reynolds.