12/06/2023 10:11
L'affare stadio senza lo stadio. È un gioco di prestigio riuscito con successo a Luca Parnasi, il costruttore che per un lustro ha legato il suo nome al sogno di edificare il nuovo Colosseo della As Roma sui terreni Tor di Valle, incassando un'accusa per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per la quale deve difendersi a processo insieme ad altri l6 imputati.
A distanza di cinque anni da quel 13 giugno del 2018 quando lo stesso Parnasi finisce in carcere, spunta oggi un esposto che ricostruisce come anche nella bufera giudiziaria e fallimentare il costruttore romano sia comunque riuscito a portare a casa su quei terreni un guadagno (illegittimo secondo la denuncia depositata dai legali di Sais) di oltre 17 milioni di euro.
Il punto zero di questa storia è l'aprile del 2012 quando, ancor prima che venga ventilata l'ipotesi stadio, la società Eurnova che fa capo alla galassia Parnasi firma un contratto di acquisto del terreni di Tor di Valle da 42 milioni di euro in favore della società Sais. Appena un anno dopo Sais fallisce e così Eurnova si trova in debito non più con Sais ma con i suoi creditori. A inizio 2018, quando le possibilità che il Comune di Roma dia il via libera alla costruzione dello stadio a Tor di Valle si affievoliscono, Eurnova comincia a ritardare il pagamento delle rate di acquisto del terreno. I pagamenti arretrati si accumulano. Arrivati al 2020 Eurnova ha versato appena 19 milioni di euro rispetto ai 42 previsti dal contratto iniziale. È qui che scatta l'affare.
Nell'ottobre dello stesso anno l'uomo d'affari ceco Radovan Vitek si presenta a Eurnova e sigla un compromesso per il riacquisto dei terreni di Tor di Valle. Vitek bussa alla porta del curatore fallimentare e gli offre di rilevare i crediti del fallimento ancora pendenti nei confronti di Eurnova. Tuttavia, invece del 23 milioni che dovrebbe incassare ancora da Eurnova, il curatore accetta da Vitek 5 milioni di euro.
La CPI Italy 130 SPV, ovvero la società che fa riferimento all'immobiliarista ceco e che paga il credito, è la stessa che pochi mesi dopo, nel luglio del 2021, stipula con Eurnova il contratto de finitivo di acquisto dei terreni a un prezzo di 36,5 milioni di euro.
Vitek diventa così proprietario di terreni che mantengono un elevatissimo valore immobiliare, mentre Parnasi - dopo aver versato appena 19 milioni di euro al fallimento - ne incassa 36,5 assicurandosi una plusvalenza di 17,5 milioni.
(La Repubblica)