08/06/2023 08:00
Vincenti, ma poco empatiche. È il paradosso delle proprietà straniere nel calcio italiano. Scorrendo l'elenco dell'albo d'oro delle ultime competizioni si scopre che le squadre controllate dall'estero stanno facendo incetta di trofei o finali. Due degli ultimi tre scudetti sono stati vinti da Suning (Cina) con l'Inter ed Elliott (Stati Uniti) col Milan. (...). Inter e Fiorentina sono anche due delle tre finaliste delle coppe europee, rispettivamente in Champions e Conference League, in questo trittico che ha riportato ai fasti degli anni '90 ed è completato dalla Roma della famiglia Friedkin (sempre Stati Uniti) arrivata in fondo all'Europa League. (...) Spostandoci a Roma, a margine della sconfitta in finale di Europa League col Siviglia a Budapest, José Mourinho ha detto di essere stanco di essere sempre solo criticando anche la possibilità della rosa di competere su più fronti. Dichiarazioni che chiamavano chiaramente in causa la famiglia Friedkin. Non è passato inosservato nemmeno il fatto che Dan e Ryan abbiano lasciato piuttosto rapidamente lo stadio senza fornire alcuna dichiarazione dopo una partita così importante. Questo è un altro elemento tipico di queste proprietà americane: parlano pochissimo in pubblico. Quasi mai lo fanno in conferenze stampa con domande e risposte aperte. Al massimo confezionano messaggi registrati tramite i canali del club. Una contraddizione abbastanza evidente: provengono da uno dei Paesi teoricamente più trasparenti e comunicativi del mondo, ma sono molto chiuse. (...) Gestiscono i club di calcio come aziende. Maldini al Milan ad esempio ha pagato anche questo. Red Bird non avrebbe perdonato all'ex capitano di aver chiesto più poteri un anno fa, concessione seguita da un mercato estivo deludente. Questo per i manager americani non sarebbe tollerabile: se chiedi più autonomia e sbagli, arriva la punizione. (...)
(Avvenire)