06/06/2023 07:49
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - L'incontro ufficiale c’è stato, o ci sarà a breve: cambia poco. La certezza, dopo le ultime 24 ore abbastanza convulse, è che Mourinho il prossimo anno allenerà ancora la Roma: 100%. Una promessa sulla parola al momento, tra gentleman, senza bisogno di firme o impegni ufficiali. Mou e Friedkin hanno deciso di passare un altro anno insieme. È la giusta chiusura di un’avventura lunga due anni che ha portato a Roma una coppa, una finale persa ai rigori in quel modo e una qualificazione all’Europa League che in alcuni momenti della stagione sembrava impossibile. Ma soprattutto è un’avventura che ha soddisfatto il pubblico giallorosso: tutto o quasi, comunque la grande maggioranza.
Il popolo romanista lo vuole e lo ha detto a gran voce anche nell’ultima uscita all’Olimpico, perché nessuno come lui è in grado di impersonare la voglia, lo stile e la passione di questa tifoseria che è riuscita a stupire una volta ancora. «È un gran paraculo» sostengono in molti, ma per ben trentaquattro volte quest’anno l’Olimpico è andato esaurito: numeri assurdi se si considera la qualità di una squadra che ha lottato fino all’ultimo per arrivare tra le prime sei (già, tra le prime sei e non per lo scudetto). Un atto di fede, che Mourinho ha polarizzato e sul quale Friedkin punterà anche per il futuro. Difficile per i due sperare al momento in qualcosa di meglio.
Il tecnico (che comunque guadagna quasi 8 milioni l’anno), ha trovato una piazza che lo idolatra, si accontenta di una posizione di rincalzo e al quale basta una sola promessa per sognare. Discorso più o meno simile per la proprietà riuscita a capitalizzare al massimo una stagione fatta di qualche alto, ma anche di tanti bassi. Eppure alla fine tutti contenti e speranzosi per il prossimo anno: il bello dei romanisti è anche questo, si rialzano sempre e quando lo fanno sono ancora più romanisti.
Ora tocca a tecnico e club lavorare insieme per il futuro e farlo al meglio, perché la fiducia c’è ma non durerà in eterno. Da una parte Mou che dovrà dare più gioco a questa squadra e portarla lassù dove merita di stare, dall’altra Friedkin dovrà consentire al tecnico l’ambito salto di qualità con acquisti giusti in tutti i reparti: a partire proprio dall’attacco. Far diventare questa Roma competitiva non è impossibile, l’ossatura c’è ma il resto dipenderà dal tipo di investimenti. Da qui in avanti nascondersi sarà impossibile.