08/10/2023 10:05
In settimana ci hanno fatto sapere che i preparativi per il ritorno di Romelu Lukaku a San Siro del 29 ottobre sono già cominciati. Con l'anticipo che meritano i grandi eventi. La Curva Nord ha informato che, per l'occasione, saranno distribuiti 50.000 fischietti «da utilizzare a perdifiato ad ogni tocco di palla di chi ha tradito la nostra maglia». Spicca la locuzione avverbiale «a perdifiato» che impegna i tifosi a una certa preparazione fisica in vista del 29 ottobre, per poter disporre della sufficiente capacità polmonare. E poi, naturalmente, spicca la parola «tradito», chiosata nel comunicato in modo inequivocabile: «Un personaggio che si è dimostrato un piccolo uomo, perché prima di essere un campione, bisogna essere uomini e saper rispettare la parola data. Ti abbiamo difeso a spada tratta e ci hai ripagato voltandoci le spalle». Che il comportamento del calciatore belga sia stato tutt'altro che limpido è un dato oggettivo: ha lasciato l'Inter una prima volta per cercare soldi e gloria al Chelsea, è tornato pentito, con tanto di scuse ai tifosi e bacio della maglia, ha fatto finta di restare in nerazzurro l'estate scorsa, mentre flirtava con la Signora, per poi farsi incoronare ennesimo re di Roma. Ci sta la delusione e la sospensione della stima e dell'affetto per uno degli eroi dell'ultimo scudetto da parte dei tifosi; ci sta che Lautaro interrompa le comunicazioni social con l'altra parte della LuLa. Ci stanno anche i fischi spontanei, forma di contestazione legittima che conoscevano già gli antichi romani. Cicerone, dopo una rappresentazione, scriveva ad Attico: «Non ho ricevuto neppure un fischio». Non ci stanno il «disgusto» di cui parla il comunicato della Nord e, soprattutto, la caccia all'uomo con fischietti organizzata per il 29 ottobre, «il giorno del ritorno più sgradito», perché non rispecchia i valori e la storia del club. L'inter è nata da un sentimento di accoglienza, per aprire lo spogliatoio anche a giocatori stranieri e sentirsi «fratelli del mondo». Per tutta la sua vita gloriosa ha tenuto fede alla missione e ha unito l'impegno sportivo a quello sociale, fino agli Inter Campus di Massimo Moratti. Braccare un avversario con «disgusto» e fischietti non si addice allo stile della Beneamata. [...]
(Gasport - L. Garlando)