24/10/2023 08:10
IL TEMPO (L. PES) - Un urlo liberatorio, un pianto che sa di rinascita e un crollo dopo novanta minuti di battaglia. Le tre immagini di Roma-Monza di tre protagonisti diversi per immortalare una vittoria sofferta quanto importante. La quarta consecutiva considerando anche l'Europa, incassando peraltro una sola rete. L'urlo di Mourinho in panchina e dei sessantaduemila dell'Olimpico, il pianto di El Shaarawy dopo una settimana di chiacchiere extracampo e il crollo di Mancini non appena la rete si è gonfiata, un misto di gioia e stanchezza che accomuna sia i calciatori in campo che i tifosi sugli spalti. I giallorossi ormai da qualche settimana vivono un buon momento, probabilmente a Genova si era toccato il fondo e dopo quell'umiliazione la squadra si è compattata attorno al suo tecnico e ha saputo far fronte anche alle tante assenze legati agli infortuni che continuano a tormentare i protagonisti. Sembrava aver smarrito il carattere la «famiglia» guidata dallo Special One, virtù che ora è tornata preponderante, soprattutto nel match vinto contro il Monza. Quello di El Shaarawy è stato infatti il settimo gol realizzato dai giallorossi dal 76' in poi, il secondo a portare punti dopo quello di Belotti alla prima di campionato. Le altre, una con il Milan, tre con l'Empoli e una con il Frosinone non hanno inciso sul risultato ma sono il segno di come la Roma resti sempre nella partita senza mai sentirsi resa. Caratteristica sempre appartenuta alle creature di Mourinho e che sembrava smarrita all'inizio di questa stagione. La zona Champions dista ancora qualche punto ma i giallorossi non hanno intenzione di fermare la loro risalita anche se domenica c'è l'Inter sul cammino. Senza Mourinho in panchina, e certamente anche senza Dybala che va verso il rientro nella settimana che precede il derby. Riuscire a strappare una panchina per San Siro sarebbe un miracolo, ma la Roma ha dimostrato di essere squadra anche senza di lui. E vuole continuare a farlo.