10/11/2023 08:01
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Le sconfitte non sono mai indolori, ma quella rimediata ieri dalla Roma a Praga più che per il risultato finale (2-0 senza storia dallo Slavia), ha infastidito Mou e tifosi per l'atteggiamento del gruppo. La Roma ha fatto troppo poco per pensare di poter vincere una partita in Europa, forse ha pensato che fosse già tutto fatto e invece è passata dal poter avere la certezza matematica del primo posto nel girone, ad aver perso la vetta. E ora arrivare primi al termine della fase a gironi non dipenderà più dai giallorossi che dovranno vincerle tutte e sperare in un passo falso dello Slavia avversario diretto per chiudere in testa. Ma nel ko di ieri c'è anche lo zampino di Mou relegato di nuovo in tribuna (ha così scontato l'ultimo turno di squalifica), che forse complice l'imminenza del derby gioca al risparmio e tiene fuori diversi titolari: a partire da Dybala e Cristante. Nella ripresa va un po' meglio quando entrano loro e Mourinho aggiunge un po' di qualità: ma la cosa non cambierà la dinamica della serata. A fine gara il tecnico giallorosso sarà durissimo con il gruppo dicendo senza giri di parole che il risultato è giusto e della sua squadra non gli è piaciuto nulla. Il bilancio della serata orrendo è tutto nei numeri: cinquantadue minuti per vedere il primo tiro in porta dei giallorossi e nel tabellino del cronista ne verrà segnato solo un altro in tutto il resto della gara. Poco, troppo poco per arrivare alla sufficienza in una serata dove la squadra non gira, fanno tutti male e chi si salva lo fa solo per il rotto della cuffia. Bove il migliore, per applicazione e almeno per la voglia che ha provato a metterci, ma anche lui fatica ad arrivare al voto sei. Nulla è perduto in chiave qualificazione questo è chiaro, ma passare per primi o per secondi può fare tutta la differenza del mondo. Restano due partite contro le ultime del girone, ma «domani» come «ieri» i giallorossi non dovranno dare nulla per scontato. Anche la partita contro lo Slavia lo ha dimostrato: spesso la differenza in campo la fanno le motivazioni. Ora, dimenticare subito questa sconfitta, smaltire in fretta le tossine e rimettere la testa sul campionato. Perché domenica c'è il derby, una partita che non decide nulla ma è sbagliato definire come le altre: nonostante ciò che professano in molti da anni. La Lazio ci arriva col vento in poppa del successo Campions (ma anche questo non vuol dire nulla), con Immobile carico a pallettoni dopo il gol numero duecento. Per non venir travolti Mou & Co. dovranno fare molto di più rispetto a quanto visto ieri. Servirà la vera Roma, tutti i titolari in campo (ma ancora una volta i giallorossi ci arriveranno con i cerotti) perché una sconfitta potrebbe far male davvero: se non alla classifica di certo all'autostima per non parlare di quella dei tifosi. Un ko li costringerebbe a settimane di umiliazioni e prese per i fondelli.