Mourinho: “Non so se resto a Roma. Voglio la terza finale”

22/11/2023 07:23

La verità è dentro a una non risposta che assomiglia all’addio: «Resta il prossimo anno?». José Mourinho scatta, si volta davanti ai giornalisti, saluta e manda un bacio. Esattamente come aveva detto, indicando fisicamente l’Olimpico, che non avrebbe lasciato la Roma dopo la delusione di Budapest, allo stesso modo e nello stesso luogo non promette che sarà in sella dal primo luglio. Nemmeno potrebbe in verità, perché non dipende solo da lui: il contratto triennale con i Friedkin è in scadenza. Ma la sensazione è che la decisione di separarsi sia ormai condivisa, a prescindere da impegni e oneri. Troppa distanza, troppi silenzi consumano un rapporto che è vissuto di tante luci europee e altrettante ombre domestiche. (...) Il suo attaccamento al territorio non è stato scalfito dalle divergenze con la proprietà. Roma e la Roma resteranno comunque uno dei posti del cuore, anche quando i miliardi arabi lo spingeranno a Gedda, sul Mar Rosso. E poi non è mica vero che un allenatore, un professionista, perde voglia ed entusiasmo quando vede avvicinarsi la fine di un ciclo. (...) Ma la giornata di Mourinho è stata anche arricchita da un’intervista ad Aurelio Capaldi di Raisport, nella quale l’allenatore non ha escluso alcuno scenario sul futuro: «Con i Friedkin ho parlato l’ultima volta dieci minuti dopo il derby ma mai di un rinnovo. Anche con il figlio Ryan, ci confrontiamo sulle cose che dobbiamo fare quotidianamente e nient’altro. Resterò? Non lo so». Nel frattempo ci sono degli obiettivi da raggiungere e magari una bacheca da rinfrescare: «Sogno di poter giocare un’altra finale europea. Ci proveremo. Sarà difficile però ripetersi: basta guardare i club che sono riusciti ad arrivare tre volte di fila in fondo. Parliamo di squadre mitiche». Sulla candidatura di come possibile dirigente di ritorno, infine Mourinho non si espone: «Francesco è il numero uno della storia della Roma. Sul tema rispondo in modo difensivo, visto che sono accusato di essere un difensivista… È una questione che riguarda lui e la società, non me».

(corsport)