21/12/2023 07:27
LEGGO (F. BALZANI) - La carica dei cinquecento su un ring da pesi massimi. Lukaku e Osimhen preparano la sfida da Champions di sabato tra Roma e Napoli con un bagaglio di gol, tra club e nazionale, da far invidia a tutta la serie A: 375 quelli di Big Rom, 125 quelli di Victor, che ha cinque anni in meno del belga. Il totale è da brividi, così come lo è lo score dei 4 anni italiani dei due attaccanti: 90 i centri del romanista, 67 quelli dell'azzurro. I due condividono 7 centri in campionato finora e un futuro incerto tra tentazioni arabe e inglesi. Entrambi sperano di superare la cifra sabato sera, quando si troveranno faccia a faccia. Mourinho ha, infatti, recuperato almeno Lukaku squalificato contro il Bologna e orfano di Dybala che proverà a tornare per la sfida del 30 contro la Juve. Nel frattempo dovrà sobbarcarsi il peso di un attacco che ha segnato un solo gol nelle ultime due di campionato. Il tecnico sta studiando la soluzione giusta per affiancarlo. In quattro si giocano una maglia: Belotti, El Shaarawy, Azmoun e Pellegrini. I primi due sembrano in leggero vantaggio rispetto ai concorrenti, ma molto dipenderà dal tipo di atteggiamento che vorrà tenere la Roma. Più guardingo con Pellegrini, più spavaldo a due punte pure. A centrocampo spazio a Bove, a sinistra Zalewski è largamente favorito sul deludente Spinazzola, che potrebbe aver chiuso la sua esperienza da titolare con la Roma domenica scorsa. Intanto Mourinho aspetta la chiamata dei Friedkin (non prima di gennaio) e, nel corso di un evento benefico organizzato da Roma e Mater Dei presso l'associazione Casale Casaletto a La Rustica, ha mandato un messaggio difficilmente contestabile: "Ringrazio per l'affetto ma io e i miei non meritiamo applausi. Il fatto di venire qui deve essere assolutamente normale e naturale. L'applauso è per gli anonimi che fanno beneficenza. Nessuno sa della mia beneficenza. Si fa con la bocca chiusa e il cuore aperto. E come fanno queste persone che meritano il grande applauso di tutti".Difficile non pensare al caso Chiara Ferragni.