Quale può essere il futuro di Capitan Futuro?
"Quanto lo prendevo in giro! Lo incontravo quand'ero presidente dell'Assocalciatori, e gli dicevo: 'Ehi, va a finire che Capitan Futuro rischia di smettere di giocare prima di Totti!'. Ecco, forse Daniele come calciatore è rimasto Capitan Futuro per troppo tempo, ma non è dipeso da lui. Il capitano vero lo ha fatto solo per un paio di stagioni".
Gli è pesata, e gli peserà sempre, la figura di Totti?
"Io non ho mai incontrato un tifoso della Roma più focoso di Daniele. Più ancora di Francesco. Detto questo, in panchina e al comando della squadra va l'allenatore, non il tifoso".
Non pensa che Daniele rischi di bruciarsi?
"Questo no, ma ma di certo lui è arrivato in un contesto particolare, come un rimedio. Ci si aspettava forse che Daniele cominciasse diversamente questa esperienza, comunque scritta nel destino. Ma bruciarsi, direi di no".
Chi è per lei Daniele?
"Il compagno di squadra ideale: lo pensavano pure gli avversari. Un centrocampista di fatica con i piedi del campione e la testa del leader. Un guerriero riflessivo, un generoso. Un trascinatore che a vent'anni aveva già una personalità scolpita. Un amico. Un uomo che si fa guidare dalla passione, ma non accecare. E poi, lui dice sempre la verità".