27/02/2024 09:22
Non vogliamo assolutamente provocare l'esercito di giochisti, ma la domanda sorge spontanea: conta di più il gioco o la giocata di qualità? Chiedetelo a De Rossi, che sta studiando da grande allenatore, per una vita ha avuto come compagno Totti e oggi si gode da tecnico Dybala: l'argentino ieri ha vinto quasi da solo una sfida che il Toro ha giocato meglio nel primo tempo e alla pari nella ripresa. D'altronde la qualità, se manca, non la si può allenare. Nessuno insegna a Dybala a prendere la palla sulla trequarti e a metterla nell'angolino da oltre 25 metri. Nel calcio, insomma, la qualità batte spesso l'organizzazione.
Dopo la sfida contro il Feyenoord, De Rossi ha cambiato cinque titolari, ma soprattutto è tornato al 3-5-2 di Mourinho in una versione destrutturata, perché le posizioni sono solo un canovaccio di partenza, i giocatori restano liberi di seguire l'andamento dell'azione e hanno l'obbligo di leggere i momenti della gara. Juric capisce e attenua le disposizioni, costringendo la Roma ad abbassarsi. Dybala sblocca la partita dal dischetto, ma due minuti più tardi Zapata pareggia i conti con un grande colpo di testa. Nella ripresa la Joya si accentra e prima pesca l'angolo da lontano, poi sentenzia la partita con un diagonale ravvicinato dopo un pregevole scambio con Lukaku. Il Torino accorcia le distanze grazie all'autorete di Huijsen, ma è troppo tardi. Gli unici rimpianti per i granata sono legati agi errori individuali e alla grandezza di Dybala, che si è messo in testa di vincere la partita da solo e ci è riuscito con una naturalezza disarmante.
(gasport)