03/02/2024 09:36
IL TEMPO (L. PES) - La mano dell'Uefa risolve i problemi della lista Europa League in casa Roma. Nel giorno ultimo per aggiornare la lista dei calciatori utilizzabili in coppa dopo il mercato di gennaio, a Trigoria si fanno i conti per decidere i nuovi ingressi. Tre le aggiunte possibili per cinque giocatori. Ma la scelta, questa volta, non è stata di natura economica. Grazie ai rapporti dei Friedkin con Uefa ed Eca, De Rossi ha potuto scegliere esclusivamente su base tecnica. Questo grazie a un margine di dodici milioni di euro consentito dalla Uefa sul transfer balance. Fino all'estate, infatti, i giallorossi avevano dovuto fare i conti con l'equilibrio finanziario per le scelte della lista europea (con Kristensen e Azmoun sacrificati, come capitò a Solbakken un anno fa), mentre questa volta ha contato soltanto l'aspetto legato al campo. E allora dentro Azmoun, Angeliño e Baldanzi, con Huijsen e Kristensen che restano fuori.
Il criterio seguito dal tecnico è di facile di lettura. Azmoun, rimasto fuori a settembre, rappresenta ad oggi l'unica alternativa a Lukaku come centravanti, così come il terzino spagnolo è al momento l'unica certezza sulla corsia di sinistra visti i problemi continui di Spinazzola e l'avanzamento di Zalewski. E poi c'è l'ultimo arrivato Baldanzi, che oltre a godere della grandissima stima e considerazione del tecnico può alternarsi con Dybala in una posizione cruciale del campo. Per gli esclusi, invece, vale soltanto la questione di abbondanza nei rispettivi reparti. Karsdorp e Celik tra gli esterni a destra e Mancini, Llorente, Smalling e Ndicka tra i difensori centrali.
Uno "sforamento" quello consentito alla Roma, figlio della collaborazione solida e continua della proprietà con la massima organizzazione calcistica continentale. I rapporti diretti della famiglia Friedkin e un operato diligente a livello finanziario hanno permesso un "aiuto" al club giallorosso.
Un clima disteso nel quale si inserisce anche l'ennesimo "no" della Roma al progetto Superlega, ribadito ieri attraverso un comunicato ufficiale in risposta alle illazioni del presidente del Barcellona Laporta. "Il club conferma di non appoggiare in nessun modo alcun tipo di progetto riconducibile alla Superlega, inoltre specifica di non aver mai rivisto la propria posizione in merito, né di aver intrattenuto dialoghi utili a intraprendere un percorso diverso da quello congiunto dei club attraverso l’ECA, in stretta collaborazione con Uefa e Fifa".
Così nel pomeriggio di ieri a Trigoria hanno preso le distanze, in maniera dura e dopo averlo fatto già poche settimane fa oltre che al momento della nascita del progetto, dopo le parole di Laporta. Il patron dei blaugrana, infatti, aveva inserito Roma, Milan, Inter e Napoli nel novero di squadre pronte ad aderire alla Superlega, e che il nuovo torneo sarebbe potuto partire già dalla prossima stagione. Fedeltà assoluta, insomma, da parte della famiglia Friedkin, in un sodalizio che va avanti da anni e che neanche le polemiche di Budapest hanno scalfito e che in questa occasione ha premiato i giallorossi e, soprattutto, De Rossi che ha potuto decidere liberamente e senza paletti di natura economica.