11/03/2024 07:16
LEGGO (F. BALZANI) - I guantoni di Svilar e il gancio destro di Llorente all'ultimo secondo. La Roma si salva così a Firenze dopo una partita sofferta che impedisce il salto a -1 dal quarto posto ma ribadisce lo spirito di una squadra che non molla mai. De Rossi trova così il primo pareggio in serie A da allenatore, anche se le sue scelte non sono sembrate convincenti. Il tecnico ha ribaltato la squadra che aveva fatto 8 gol nelle ultime due partite schierando un ibrido con la difesa a 3 e mezzo e Mancini esterno che è stato costretto ad uscire 30' per evitare un doppio giallo prevedibile vista la conduzione di Massa. Il primo tempo è stato tutto di marchio viola con il gol di Ranieri e i tanti pericoli per la porta di Svilar portati soprattutto dall'ex Belotti. Nella ripresa De Rossi non ha cambiato idea, ma la Roma ha cambiato atteggiamento giocando più alta e prendendo il pallino del gioco. Il gol è stato fisiologico: Dybala crea, Angelino crossa e Aouar ci deve solo mettere la testa. A quel punto la Roma sembrava sul punto di centrare l'ennesima vittoria, ma un altro errore imperdonabile della difesa ha portato al gol di Mandragora. A 10' dalla fine la Fiorentina ha avuto l'occasione per chiuderla. Massa ha punito col rigore un tocco leggero di Paredes su Belotti. Biraghi non aveva fatto i conti con Svilar, il pararigori. E soprattutto con Llorente che al 95' ha approfittato di una torre di Ndicka per sparare sotto l'incrocio il pallone del 2-2 che permette il controsorpasso sull'Atalanta e il -3 dal Bologna. «É stata una bella sudata - ammette De Rossi -. Era fondamentale non perdere contro una grande squadra, non festeggio i pareggi ma è andata bene così. Il gol di Llorente? Provato e riprovato in allenamento (ride)... Il nostro atteggiamento nel primo tempo è stato sbagliato, e anche qualche scelta mia non ha aiutato. Dopo le gare europee giochiamo sempre brutti primi tempi e sempre con la difesa a tre. Pensavo di dargli più sicurezze, invece sono in rigetto su quel modulo. Ringraziamo Svilar».