Roma, dall'illusione alla beffa: l'impresa sfugge di mano a Svilar

10/05/2024 07:52

Non si può essere sempre l'uomo giusto al posto giusto. Esiste il momento sbagliato, il gesto sbagliato e l'attimo in cui tutto crolla. Partita, qualificazione, rimonta, sogni. Svilar lo comprende a pochi minuti dalla fine di una partita che diventa un incubo con un solo gesto, dopo tanto aver fatto prima. Ma il calcio è ingrato e crudele. E lui lo capisce quando esce incredibilmente a vuoto a dieci minuti dalla fine, sul 2-0 per la Roma con la qualificazione rimessa in discussione e la possibilità di giocarsi i supplementari. Il pallone finisce sul corpo di Mancini e nella porta di Svilar. Fine dei giochi. Eppure fino a quel momento era stato l'eroe della serata. (...) Svilar è stato consolato dal suo rivale Rui Patricio e applaudito dai tifosi, loro sì riconoscenti. Era finita per colpa sua, ma se sono stati lì fino all'ultimo, era per merito suo. La Roma fa tutto quello che può e che deve: crederci finché è possibile crederci. E ci vuole una dose massiccia di follia, determinazione, convinzione, attenzione. Sembra ci sia anche la fortuna. Non è vero. Inizia sapendo di dover esercitare l'arte della pazienza, mantenere il controllo, senza frenesia, correre e giocare a una velocità più bassa della voglia che ha di spaccare la partita. Aspettando l'attimo che cambia il mondo. Le rivoluzioni non si fanno in un giorno. E arri-a il primo episodio, anche se non casuale. Perché il rigore segnato da Paredes per il fallo di Tah su Az-moun nel finale del primo tempo non arriva per caso. C'è dietro una intuizione di De Rossi che vede in difficoltà Zalewski (entrato al po-sto di Spinazzola infortunato) e cambia tutto, mettendo El Shaa-rawy a complicare la serata di Frimpong, quello che all'andata aveva fatto impazzire tutti e che invece alla BayArena è in difficol-à. E aspetta. Esercita un secondo tempo di attesa, affidandosi a Svilar. Arriva il secondo episodio. Il fallo di mano di Hlozek in area di rigore che l'arbitro Makkelie va a rivedere al Var. Il secondo rigore e sempre Paredes che non sbaglia. Sono diciassette minuti di eccitazione. Può succedere. Può essere. Non sarà. C'è quell'uscita a vuoto dell'uomo che sembrava imbattibile, lui, santo protettore delle difese, che manca il pallone e regala il gol al Leverkusen. Si frantuma tutto. Non c'è abbastanza tempo, e forse non c'è neanche più la voglia. (...)

(La Repubblica)