27/05/2024 11:04
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Il netto successo dell'Atalanta nell'anticipo del pomeriggio contro il Torino aveva già tolto quel poco di appeal che rimaneva all'ultima di campionato della Roma a Empoli. Almeno sponda giallorossa. Partita decisiva solo per i toscani che dopo esser andati avanti con Cancellieri (ex vivaio Roma) e poi raggiunti dai giallorossi (Aouar quarto gol stagionale), hanno vinto la partita con il gol di Niang all'overtime che ha salvato l'Empoli dalla B e innescato l'invasione di campo finale. Una scena da film che condanna il Frosinone dell'«amico» Di Francesco, ko in casa con l'Udinese.
La Roma chiude cosi sesta senza entusiasmo, consapevole di poter giocare la prossima Europa League, ma soprattutto che dovrà fare qualcosa di più nella prossima stagione se vuole puntare più in alto e poter giocare la Champions League. Ora che ha trovato un nuovo condottiero in grado di guidarla e darle un bel gioco, la Roma deve fare il salto di qualità. Impensabile potesse succedere ieri a Empoli in una partita tipica da fine stagione: una di quelle alle quali non puoi più chiudere nulla. E, come sempre succede in questi casi, gioca meglio chi ha più testa e voglia.
La Roma era già in vacanza, il successo dell'Atalanta ha tagliato le gambe alle ultime velleità, mentre dall'altra parte l'Empoli aveva la situazione ideale per giocare la partita della vita: quella che a conti fatti le consentirà di disputare la quarta stagione consecutiva nella massima serie... mai successo prima. La squadra di Nicola riesce a fare il colpaccio, vincendo contro una Roma demotivata, stanca e che ha giocato solo a tratti. Alla fine successo meritato, nonostante i due gol annullati ai giallorossi per fuorigioco.
E nell'ora dei bilanci, al netto del cambio di allenatore a metà stagione, la squadra di De Rossi centra quello che era diventato l'obiettivo minimo: l'Europa League. Chiude sesta in classifica davanti alla Lazio (stessi punti ma avanti negli scontri diretti) con un record di pubblico e sold out da squadra di vertice: gran peccato. Le potenzialità ci sono, ora un'estate per lavorare, studiare e mettere nelle mani di De Rossi una squadra più competitiva. Perché se chiudi per il terzo anno consecutivo sesta in classifica a quota 63 punti, qualcosa vorrà pur dire.