18/06/2024 08:42
GASPORT - Oggi Simone Perrotta è coordinatore responsabile del dipartimento junior dell'Aic («Educhiamo circa 40 club ad un modello che possa crescere non solo calciatori ma anche, pià semplicemente, futuri appassionati di calcio») e vice presidente del Settore giovanile scolastico della Figc. Quasi vent'anni fa, fu il primo "nuovo 10" italiano. «Diciamo un 10 più moderno: non tutto fantasia, ma inserimento, corsa. (...)
E poi fu Spalletti a completare quel processo.
«Esatto. Anche perché quel modo di giocare si sposava bene con le qualità di tutti: Totti veniva dietro a giocare, io andavo alle sue spalle. Servivo a lui per creargli spazio dove fare la giocata, lui serviva a me per inserir-mi».
La prima volta?
«Stagione 2005-2006, penulti-ma prima di Natale, giochiamo a Genova contro la Samp che era terza, si parlava addirittura di esonero di Spalletti. Totale emergenza offensiva, il mister mi fa: "Oggi fai il trequartista" . "E Francesco?". "Davanti a te". "E io devo fare il Totti?". "Con le tue caratteristiche: prendi il mediano basso, Volpi, palla a noi Francesco viene a prendersela e tu schizzi alle sue spalle". Andò bene: 1-1, gol di Francesco su mio assist, la domenica dopo 4-0 al Chievo e poi altre 10 vittorie di fi-la. E nacqui "trequartista di interdizione", come mi chiamava Tommasi».
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Frattesi ha detto: Perrotta è stato il mio primo modello.
«Non amo i paragoni, però mi fa piacere. Lui ha un vantaggio: ha occupato quella posizione pre-sto, io ho giocato metà carriera in altri ruoli».
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