24/10/2024 08:12
«Ci manca la mentalità vincente, dobbiamo cambiare registro». Finalmente il vero Ivan Juric, si sussurrava ieri dopo la conferenza stampa della vigilia di Roma-Dinamo Kiev (oggi, ore 18.45). Schietto, diretto e senza l'eccesso di buonismo che avevano accompagnato le sue prime settimane a Trigoria. L'allenatore croato ha cambiato registro, lui sì, comunicativo. Passando dalle carezze alla realtà. Mettendo i calciatori di fronte alle loro responsabilità. Senza attaccarli, ma sottolineando le carenze mentali di una squadra troppo fragile. Esattamente le stesse mancanze sulle quali avevano battuto i suoi predecessori. Prima José Mourinho, poi Daniele De Rossi. (...) «Serve ribaltare la situazione e, per farlo, devono diventare bestie». Duro, ma onesto. Come lo fu Mourinho esattamente un anno fa prima di un Udinese-Roma. Allora il paragone fu più colorito. Il portoghese chiedeva ai suoi di essere «una gang di banditi» e non «gente alla quale piace il conforto di casa perché gli manca la mamma o la nonna che gli fa il dolce». Cattiveria, fame, voglia di battere l'avversario. Un leitmotiv che a Trigoria si consuma da anni. Senza troppi risultati. (...) Un obiettivo raggiunto a metà da Mourinho e solo accarezzato da De Rossi. E se tre indizi fanno una prova, oggi si attendono le risposte: «La mentalità si allena in allenamento, lì si cresce e si diventa duri. Se in un mese si alza il livello fisico così tanto, il corpo si abitua. Lo stesso vale anche a livello mentale». Perché il tempo delle scuse è finito: «Posso attaccarmi alle scuse ma è da deboli. Noi dobbiamo arrivare alla partite e mangiare gli avversari. L'organizzazione è il top, il centro sportivo anche. Già dalla Dinamo-Kiev voglio vedere altre cose, il gol di Monza non l'ho mai preso in vita mia. Non mi va bene questo andazzo. Pretendo un'altra cattiveria, anche giocando meno bene. Dobbiamo diventare vincenti e cambiare mentalità». (...)
(La Repubblica)