24/10/2024 08:06
C'è un grande fermento, e soprattutto dibattito, in casa Roma. Già, perché è fondamentale centrare la prima vittoria europea -contro la Dinamo Kiev - e la discussione si è fatta serrata: sulla presenza della società, sull'operato dell'allenatore, sul ruolo dei calciatori e sul modo giusto per rovesciare risultati e umori. Con Juric che, dribblando la questione relativa alla qualità del gioco, alla vigilia ha preferito puntare l'indice su quella mentalità vincente che la Roma - a suo dire - sembra aver perso. È davvero così? O bisognerebbe alzare l'asticella anche tecnica? Certo è che quattro giorni fa, nella sfida con l'Inter, in tanti si sono lanciati in commenti pieni di entusiasmo nel vedere Dybala correre a perdifiato all'indietro, per contrastare un avversario. O ripiegare fino alla propria trequarti per impostare l'azione. Un "sacrificio" talmente apprezzato da far dimenticare le poche opportunità create in avanti (...) La sensazione, assolutamente personale, è che nelle squadre tutti debbano collaborare, ma certe esagerazioni finiscano per rappresentare un limite e non un vantaggio. Domanda banale: ma tutto questo succedeva con Pelè, Maradona, con Platini? E di Messi banalizzando il discorso - abbiamo apprezzato di più le mille magie sulla trequarti o i cento recuperi nella sua metà campo? Non sarà, insomma, che per enfatizzare il calcio moderno -che pure va apprezzato per tanti motivi - si sia finito per snaturare il senso del "gioco di squadra"? Sì, perché il gioco di squadra non dovrebbe servire - è evidente - per mettere tutti sullo stesso piano, dal punto di vista atletico e tecnico, ma per esaltare e qualità individuali all'interno del collettivo. (...) Ma la domanda è banale: non sarebbe meglio - e non vale solo per Dybala - tutelare chi sa inventare calcio? Non è così, anche così, che si esalta il gioco, si alza il livello e si rinforza la mentalità vincente di una squadra?
(gasport)