IL PUNTO DEL LUNEDÌ - SORRENTINO: "Il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione" - D'UBALDO: "La Roma non finisce mai"

13/01/2025 08:48

La Roma rimanda la vittoria in trasferta e a Bologna agguanta il pari solo nel finale. "Il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione, dato che arriverà a toccare almeno i nove mesi. La flemmatica esultanza di Dovbyk, cuore di ghiaccio al 98', è l'istantanea finale di una serataccia, un'altra. Ma ormai di questa Roma si sa dolorosamente tutto", scrive Andrea Sorrentino sulle colonne de Il Messaggero.

Una Roma che, comunque, non molla mai, come scrive Guido D'Ubaldo del Corriere dello Sport: "Claudio Ranieri allunga la serie positiva (otto punti nelle ultime quattro partite), dopo essersi preso un brutto spavento, ma l'allenatore non ha mai smesso di crederci, chiedendo in continuazione alla squadra di andare avanti, di cercare il risultato, anche quando si era bloccati sullo 0-0"


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


T. CARMELLINI - IL TEMPO

Impossibile toglierlo dopo quel gol al derby che spianato la strada al successo contro la Lazio. Impossibile non dargli una nuova chance postuma al lungo periodo in panchina che aveva trasformato il capitano giallorosso in un oggetto misterioso. Tante le perplessità del popolo romano. Ieri sono arrivate le risposte, perché dopo la rete rifilata ai biancocelesti (e bisogna dire a onor del vero che anche nella stracittadina dopo l’eurogol poco altro), Pellegrini è tornato quello opaco e distratto che aveva costretto Ranieri a metterlo in panchina. (...) Insomma, era un falso allarme, quel gol non ha messo ancora la crisi alle spalle perché Lorenzo resta la copia sbiadita di quello forte e reattivo che si era guadagnato la fascia da capitano della Roma.


A. SORRENTINO - IL MESSAGGERO

(...) A proposito di mediocrità, le mille luci del derby calano di botto intorno alla Roma, che il suo pareggio lo festeggia grassamente visto come si era messa a Bologna; però il digiuno di vittorie in trasferta è diventato una gestazione, dato che arriverà a toccare almeno i nove mesi. La flemmatica esultanza di Dovbyk, cuore di ghiaccio al 98', è l'istantanea finale di una serataccia, un'altra. Ma ormai di questa Roma si sa dolorosamente tutto: è una squadra che si accende solo a sprazzi, magari se l'occasione proprio lo richiede (a San Siro col Milan o con la Lazio), ma non ha il passo per affermarsi davvero a gioco lungo, in definitiva non ne ha le qualità. Se Dybala è meno che sublime, o addirittura ordinario come al Dall'Ara, in attacco si fa notte, e appena cala la tensione emotiva si prendono imbarcate in contropiede da briè. villo; insomma per Ranieri i problemi rimangono, pendenti come l'anima triste di Pellegini a cui il derby ha giovato ben poco. Intanto, Ranieri ha preso la Roma otto partite fa a +4 sulla terz'ulti-ma e adesso è a +6, quindi si deve procedere ancora con cautela massima, perché quest'anno la metà classifica è vicinissima alla zona calda: estate parati, direbbe un boy scout.  (...)


I. ZAZZARONI - CORRIERE DELLO SPORT

Alla Roma è mancata a lungo la testa, mentre al Bologna è mancato e non manca proprio nulla, e da settimane. Lontano dall'Olimpico la Roma si perde da aprile, la vittoria e troppo spesso anche la prestazione non le riescono: ieri s'è fatta irretire dalla squadra di Italiano che ha giocato una signora partita, mostrando una consapevolezza di sé, una fiducia e una fluidità decisamente superiori.  (...) Roma, comunque in progresso rispetto a Como (non ci voleva molto), si è retta su Mancini (tosto su Dominguez), N'Dicka, Koné e, nel primo tempo, su alcune giocate di Dybala; Saelemaekers ha segnato il quarto gol nelle ultime sei par-
tite, ma si è fatto di nebbia in copertura, mentre Pellegrini è stato spesso esterno alla manovra: è importante che ritrovi in fretta la brillantezza perduta e la testa giusta. Da Dovbyk Ranieri sì aspetta una maggiore protezione del pallone, tale da consentire alla squadra di ripartire evitando squilibri come quelli che hanno permesso a Dominguez un paio di ripartenze in superiorità. (...)


G. D'UBALDO - CORRIERE DELLO SPORT

La Roma non finisce mai. Agguanta il pareggio al 98', dopo essere passata in vantaggio e aver poi rischiato di perdere. Il rigore di Artern Dovbyk ha rimesso le cose a posto, Claudio Ranieri allunga la serie positiva (otto punti nelle ultime quattro partite), dopo essersi preso un brutto spavento, ma l'allenatore non ha mai smesso di crederci, chiedendo in continuazione alla squadra di andare avanti, di cercare il risultato, anche quando si era bloccati sullo 0-0.  (...) La Roma non ha avuto la feroce concentrazione del derby, nel primo tempo non è riuscita a sfruttare le occasioni che ha avuto in contropiede e dopo il gol del vantaggio ha commesso due errori gravissimi uno dietro l'altro per i quali ha rischiato dì perdere, consentendo al Bologna di ribaltare il risultato. (...) Pellegrini è stato troppo falloso, poche giocate indovinate, un passo indietro preoccupante dopo il derby. Ranieri lo aveva rimesso dentro a sorpresa e il capitano riuscì ad essere determinante, con il gol che sbloccò subito la partita contro la Lazio. Ieri è rimasto nell'ombra fino alla sostituzione. L'allenatore ha dimostrato anche con i cambi di voler cercare il risultato fino alla fine. Non ha tolto Dovbyk, gelido dal dischetto, al sesto gol stagionale. Lo spirito della Roma deve essere questo, non mollare mai e provare sempre a giocare per fare risultato.


T. DAMASCELLI - IL GIORNALE

(...) Il pareggio della Roma a Bologna all'ultimo rigore premia eccessivamente la squadra di Ranieri involuta nel ritmo di gara e nelle idee di gioco, la squadra resta incompiuta con 5 punti in meno della modesta scorsa stagione nella quale la staffetta Mourinho-De Rossi non aveva portato nulla oltre il sesto posto.  (...)


U.TRANI - CORRIERE DELLO SPORT

La Roma rischia al Dall'Ara. Il pari (2-2) - a fine recupero - su rigore non oscura comunque il film della partita. Immagini che - almeno per chi conosce il comportamento in campo di questa Roma - sono state viste più volte in stagione. (...) Giallorossi, dunque, recidivi. Perché questo è il vizio che la Roma non riesce proprio a cancellare dal suo dna. Questione di testa, concentrazione limitata, e non solo di natura tattica. E comunque la conferma che la rosa - in gran parte dei suoi protagonisti - non ha la giusta conoscenza di come prevenire il ribaltone avversario. La fragilità del sistema di gioco giallorosso resta evidente e a prescindere dal valore della rivale di giornata (e dalla strategia del suo allenatore). Il paradosso sta nell'idea di calcio di chi guida attualmente la Roma: prendere gol in contropiede con uno come Claudio Ranieri in panchina fa effetto. Non sembra possibile, ma è così. Il difetto va estirpato perché, soprattutto in trasferta, sarà sempre difficile conquistare i tre punti, come certificato dall'inizio della stagione: solo 6 i punti presi fin qui fuori casa in 10 viaggi (solamente il Venezia dì Eusebio Di Francesco, in serie A, ha fatto peggio), raccolto esclusivamente di pareggi, i primi tre nelle quatto partite di Daniele De Rossi. Va trovato qualche accorgimento: ad esempio, quando i giallorossi si scoprono devono saper leggere meglio la situazione. Non si possono lasciare dietro giocatori come Hummels e NDicka, abbandonati alloro (lento) destino senza avere accanto qualche interprete rapido. (...)