Mexes & co. : "E' sempre stato il mio sogno indossare questa maglia..."

09/06/2011 19:00



Chi ha cercato di distinguersi, provando ad uscire dal seminato, non è andato incontro a grandi figure. Come Giuseppe Ciarrapico, il predecessore di Franco Sensi: "Fischi? Non ne ho sentiti. Solo contestazioni di gioia". Vabbè, passiamo avanti, inutile decriptare. Luigi Garzya, onesto difensore Anni Novanta, certamente non un fenomeno, tantomeno come intrattenitore. Storica una massima: "Sono pienamente d'accordo a metà col mister". Rudi Voeller, dopo una sconfitta con una formazione provinciale, dimostra poca dimistichezza con l'italiano: "Loro vinto perché noi stare poco incazzati". Zdenek Zeman non è mai stato banale, tranne una volta. Questa: "A volte si vince, a volte si perde". Mister, a volte si può anche pareggiare. Jonathan Zebina, campione d'Italia nel 2001: "Mi trasferisco a Torino, una à solare e piena di musei". Lasciando da parte la retorica su Roma, la à eterna, affidiamo a Wikipedia la descrizione del clima della à sabauda: "Torino ha un clima temperato sub-continentale, con inverni freddi e relativamente asciutti ed estati calde e talvolta afose per la scarsa ventosità della Pianura Padana occidentale". Questa, invece, la situazione atmosferica della Capitale: "La à gode di un tipico clima mediterraneo, particolarmente mite e confortevole nei periodi primaverili ed autunnali. Le stagioni più piovose sono la primavera e l'autunno, prevalentemente nei mesi di novembre e aprile. L'estate è calda, molto umida e tendenzialmente siccitosa, mentre l'inverno è piuttosto mite, con notevoli e improvvisi picchi di freddo, piovoso, con rari fenomeni nevosi di una certa consistenza".



Fabio Capello, l'allenatore del terzo scudetto: "Per quello che ho fatto in carriera, a me non interessa andare alla ". Finisce il campionato (2003-2004) e la lo mette sotto contratto. La sua giustificazione? "Avevo solo detto che la non mi aveva mai cercato, non che non ci sarei andato". Estate 2004, Walter Samuel saluta tutti e va al Real Madrid. Un addio commosso, quello dell'argentino, siamo quasi alle lacrime: "Sono stati anni fantastici nella Capitale. In Italia non potrei mai indossare una maglia diversa da quella della Roma". Un anno dopo, poi, quando si presenta Moratti con argomenti più che interessanti, non ci pensa due volte a diventare nerazzurro. Forse qualcuno lo avrà fuorviato, dicendogli che l'Internazionale non era una squadra così italiana. Ahmed Barusso, di cui si ricorda solo questo curioso episodio: arriva a Roma una mattina di giugno per firmare il contratto che lo legherà alla società giallorossa per i successivi anni. Viene immortalato da tutti i fotografi al seguito e seguito per la à dai cronisti, i quali non riescono, però, a strappargli nemmeno una parola. Nel pomeriggio, intervistato da una radio romana, nega tutto: "Non sono a Roma, sono a Rimini a letto con la febbre. Bastava una chiamata e vi avrei detto prima la verità...". E quelle immagini pubblicate il giorno dopo dai quotidiani, che ritraevano un aitante ragazzo nero all'interno del , con i dirigenti romanisti vicino? Sciocchezze, evidentemente si trattava di un ologramma. Rosella Sensi, presidente della Roma: "Finché ci sarò io al comando, giocatori romani come , e Aquilani non andranno via". Il Liverpool, nell'agosto 2009, ingaggia Alberto Aquilani.



In pochi escono dal seminato con dichiarazioni più "vere" e meno costruite. Su tutti, Toninho Cerezo che, pochi anni fa, parlando da glorioso ex giallorosso dichiarò ad un emittente radiofonica: "Ragazzi, ma quando parliamo un po' di fica?". Cerezo, allenato dal "Barone" Liedholm, che una volta si lasciò scappare una colorita espressione: "E' sempre meglio venire da dietro". Chiudiamola qui.