La Sampdoria di Ferrara

25/09/2012 20:04

FERRARA GIOCATORE – La carriera di Ciro Ferrara è impregnata di bianconero juventino, con una rapida pennellata di un azzurro impressionista. Nasce, non solo calcisticamente, nel : lo blocca, nemmeno quattordicenne, una osteocondrosi dell'apofisi tibiale anteriore, patologia che lo costringe alla sedia a rotelle per qualche tempo. Ripresosi, muoverà i primi passi nel settore giovanile della squadra partenopea, facendo il suo esordio in Serie A il 5 maggio del 1985. Vince con la maglia azzurra il suo primo scudetto nell’annata 1985-1986, dove conquista anche una Coppa Italia. “La mia soddisfazione più grande, però, fu contro lo Stoccarda in Coppa Uefa, dove segnai anche un gol”. Angolo battuto da Maradona, respinta della difesa tedesca e palla che torna all’argentino, che di testa riesce a mettere la palla al limite dell’area piccola, dove Ferrara è lesto nel riportare in vantaggio il per il temporaneo 2-1. In dieci stagioni in Campania totalizza 247 presenze in Serie A (12 gol all’attivo) 5 in Coppa dei Campioni e 20 in Coppa Uefa.

Nel 1994 lascia per seguire Lippi, ingaggiato dalla . Subito scudetto: nel 1995 Ferrara vince il primo tricolore a Torino, conquistando anche una Coppa Italia. L’anno successivo è il turno della prima Coppa dei Campioni, dopo la finale vinta ai rigori contro l’Ajax, proprio allo Stadio Olimpico di Roma: Ferrara contribuisce alla vittoria calciando il primo penalty juventino, scaricando una sassata alla destra di Van der Sar. La affronterà una crisi decisiva per le sorti di Lippi, che verrà sostituito da Carlo alla guida dei bianconeri. La parentesi dell’attuale tecnico del Psg dura solo due anni: in dieci anni di gestione Lippi, intervallati dal biennio di , la conquista cinque scudetti, raggiunge quattro finali di vince una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa Europea. Nel 2004-2005 Ferrara è ancora tricolore con la di Capello, al suo primo anno in bianconero. La giustizia sportiva toglierà poi il sesto scudetto su dieci tentativi alla banda Moggi & co. Nello stesso anno Ciro Ferrara si ritira dal calcio giocato.

FERRARA IN PANCHINA – Meno sfavillante la carriera in panchina per Ciro Ferrara. Comincia dalla : un ambiente palesemente ostile caccia Ranieri da Vinovo, dove tra grandi applausi entra l’ex difensore del . “Mai allenati così”, titolava Tuttosport all’arrivo di Ferrara, che pure parte bene in campionato: grande clamore suscita la vittoria proprio sulla Roma all’Olimpico per 1-3, doppietta di Diego (oggetto misterioso) e gol di Felipe Melo (vedi sopra). Ultima gara di Spalletti: “Con il tacco e la punta non si vince niente”, dice quasi rompendo il tavolo in conferenza stampa, lasciando la (sua) Roma. “Sweet Revenge”, cantavano i 101’ers: Ranieri prende il posto di Spalletti e torna a Torino per affrontare Ferrara nel girone di ritorno della stagione 2009-2010; un rigore di e una capocciata di Riise al 93’ vanificano un gran gol di Del Piero, con il norvegese Rosso Malpelo a urlare sotto il settore ospiti in una serata che Ranieri definirà: “Normale, senza nessuna rivincita. Ma i dirigenti della non li saluto”. Cosa che è però costretto a fare mister 500 presenze in A, che lascia la , finita poi nelle mani di Zaccheroni (fine stagione: -16 dalla capolista Inter). E’ poi la volta dell’Under 21 azzurra: con la selezione minore Ferrara non riesce a qualificarsi per l’Europeo 2011, vincendo 12 partite su 19 disputate. Nel 2012 arriva alla Sampdoria, ambiziosa neopromossa.

SAMPDORIA, MATRICOLA DI LUSSO – Una retrocessione shock, quella della Sampdoria: alzi la mano chi non ricorda le lacrime di Palombo, due anni fa, davanti ad un Marassi incredulo quanto nervoso. E in Serie B con Atrzori l’avvio non è nemmeno dei migliori: chi si aspetta una risalita facile e senza appello deve ricredersi alla 16° giornata, quando viene esonerato Atzori dopo un ruolino di marcia poco edificante di 22 punti in 15 partite. Al suo posto viene chiamato Iachini, che porta i blucerchiati al sesto posto, conquistando i playoff. Sassuolo e Varese si piegano davanti a Pozzi e compagni: festa al Marassi, si ritorna in Serie A. Nella massima serie la Sampdoria stupisce tutti con un avvio da big: imbattuta con 10 punti nelle prime 4 partite, seconda solo alla campione d’Italia e al di Mazzarri.

COME GIOCA – Quello di Ferrara è un che trova la sua forza nel centrocampo, dove non mancano tecnica e muscoli. Saranno probabilmente assenti Poli e Tissone, ma non mancano le alternative con Krstic, Renan, arrivato dal Cluj, e Obiang. Quest’ultimo ha senza dubbio rubato l’occhio nella vittoria a San Siro contro il Milan nella prima giornata di campionato. Completano il reparto Munari e Maresca, che garantiscono quantità con il primo, qualità con il secondo. Il trio d’attacco, orfano dello squalificato Maxi Lopez, sarà formato da Pozzi, Eder ed Estigarribia

 

Antonio Paesano