L'Inter di Stramaccioni

01/09/2012 15:20

 
ATTILA PORTOGHESE – A San Siro conosceranno solo la versione di Doris Day, ma il concetto del “Que serà serà" non dovrebbe esser sconosciuto: Benitez, Leonardo, Gasperini, Ranieri e Stramaccioni si sono avvicendati in due stagioni sulla panchina nerazzurra, ottenendo un 2° posto nel 2010-2011 e un 6° posto nel 2011-2012. Poco? Diciamo nulla agli occhi di una tifoseria (e di una proprietà) che solo qualche mese prima festeggiava tre trofei diversi, un triplete unico nella storia, al quale la Roma partecipò solo come antagonista di una favola a lieto fine. Un lupo cattivo, che però non impedì la gloria nerazzurra, completa e indiscutibile. A Madrid, con le lacrime ancora fresche sulla , Mourinho lasciò il Bernabeu con una macchina del Real, club che guiderà dalla stagione successiva. Un addio sofferto quanto catastrofico quello del portoghese, che lasciò a Milano le macerie del suo pontificato: giocatori esausti, spremuti e lautamente stipendiati. Risultato: addio campagna acquisti faraonica, tra i Fair Play finanziario e la presunzione di considerare invincibile l’armata del Treble. Da qui è semplice capire cosa sia successo dopo: inizio altalenante in campionato con Benitez, che pure vince il Mondiale per Club e la Supercoppa Italiana. Ma proprio con la vecchia Coppa Intercontinentale in mano, il tecnico spagnolo dichiara: "Merito rispetto. Mi sono addossato tutte le colpe e tutte le responsabilità, ma il club mi aveva promesso ad agosto tre giocatori. Non è arrivato nessuno. Adesso ci sono tre possibili strade: o la società fa un progetto e compra quattro giocatori subito a gennaio o andiamo avanti così con l'allenatore come unico colpevole oppure il presidente parla con il mio procuratore e troviamo un'altra soluzione". Scelta facile per Moratti: rescissione consensuale pochi giorni dopo, con una buonuscita di 3 milioni per Benitez. Al suo posto viene chiamato Leonardo, da sempre legato alla sponda rossonera della Milano calcistica: secondo posto e saluti all’Inter, dove approda Gasperini. 
 
DAL PRIMO ALLA PRIMINA - Sempre alla ricerca di un nuovo Mourinho, la piazza nerazzurra carica di aspettative il tecnico ex , nei confronti del quale lo spogliatoio interista manifesta da subito una crisi di rigetto. Che la causa del rifiuto fosse il 3-4-3 o il carattere poco accomodante del ‘Gasp’ poco importa: dopo la sconfitta per 3-1 sul sintetico di Novara viene sollevato dall’incarico. Primo e finora unico tecnico nella storia dell’Inter a non aver mai vinto una partita in nerazzurro (4 sconfitte e 1 pareggio), Gasperini accetta poi la rescissione consensuale del contratto. Al suo posto un riparatore per eccellenza: Claudio Ranieri smette i panni del testaccino, chiamato a risolvere la crisi d’identità di un’Inter che non sa più vincere. Ma il record negativo è dietro l’angolo: mai l’Inter aveva concluso le prime 12 giornate con soli 14 punti all’attivo, con 6 sconfitte subite. A marzo viene esonerato il tecnico ex Roma: fatale per lui la serie negativa di 8 sconfitte consecutive tra campionato e coppa e il 2-0 contro la a Torino. A sostituirlo viene promosso con lode, saltando gradi, classi e gavetta, il tecnico della Primavera Andrea Stramaccioni, cresciuto a Trigoria con gli Allievi romanisti.
 
RIVOLUZIONE – Voleva la Primavera giallorossa, che però un tecnico ce l’aveva già (Alberto , campione in carica nel campionato di categoria). Dunque si è svincolato dalla Roma nell’estate 2011, trovando il posto che cercava all’Inter. Con la selezione giovanile nerazzurra vince le Next Generation Series, che qualcuno ha definito impropriamente Primavera”. Si guadagna stima e fiducia nella piazza nerazzurra e pochi riescono a storcere la bocca quando Moratti lo promuove. Tragettatore? Paolillo smentisce: “Non è una soluzione di passaggio, speriamo di aprire un ciclo”. Nel frattempo un sesto posto, conquistato con 5 vittorie (tra le quali cui un derby), 2 pareggi e due sconfitte, gli vale la conferma e il rinnovo fino al 2015. 
 
CHI GIOCA? – Un’Inter piena di indisponibili troverà la Roma con una sicurezza: Castellazzi sarà tra i pali, a causa dell’infortunio di Handanovic e della partenza di Julio Cesar. In difesa dovrebbero giocare Zanetti sulla destra e il nuovo acquisto Pereira, con l'alternativa Nagatomo a sinistra; Ranocchia e Silvestre comporranno probabilmente la coppia centrale. Probabile bocciatura per Samuel, disastroso contro il Vaslui e sostituito nell’intervallo della partita contro i romeni. A centrocampo sembrano certi di una maglia da titolare Cambiasso e Guarin, con il nuovo acquisto Gargano a completare con tutta probabilità la linea mediana di Stramaccioni. In attacco l’arrivo di Palacio e Cassano, con la conseguente partenza di Pazzini, ha cambiato l’assetto tattico: da un 4-4-2 fluido e malleabile, si passa ad un anomalo, con Sneijder che spesso arretra a centrocampo per impostare la manovra e Palacio ad agire da seconda punta intorno a Milito. Il barese rimane la variabile impazzita in casa nerazzurra: con il ha disputato un’ottima gara, un esordio vincente quanto convincente. 
 
PERICOLI – L’Inter di Stramaccioni sembra essere un cantiere a cielo aperto. La difesa è il reparto più in difficoltà, con il sempreverde Zanetti a guidare la linea. Silvestre, per ora, non sembra essere una soluzione affidabile e le sbavature con il Vaslui, certo non irresistibile, ne sono la dimostrazione. Samuel, complice l’anagrafe, è lontano dalla fama di Muro degli anni scorsi, e Ranocchia non sta rispettando appieno le aspettative sul suo conto. Il centrocampo, altresì, è organizzato e completo: Gargano, Guarin e Cambiasso sono un bel mix di forza, qualità e capacità d’inserimento. L’ex Porto, inoltre, sembra essere in uno stato di grazia, come conferma la brillante prova con i romeni in Europa League. In attacco, manco a dirlo, attenzione al duo Milito-Palacio: il primo, con 65 gol il 131 presenze in nerazzurro, non ha bisogno di presentazioni; il secondo, ‘soffiato’ alla Roma in estate, è chiamato a confermarsi ad alti livelli dopo le splendide stagioni a . Offuscato, ma in ripresa, il genio di Sneijder.
 
EX – Già detto: Stramaccioni ha allenato i ragazzi della Roma fino al 2011, quando per ambizioni personali ha voluto provare l’esperienza in terra lombarda. Samuel e Cassano sono i due ex in campo: il primo fu determinante nella conquista del terzo scudetto giallorosso, un muro capelliano che a Roma ricordano con affetto; il secondo arrivò per 50 miliardi (più D’Agostino) e se ne andò per 5 milioni di euro al Real Madrid, tra i piatti rotti di un’esperienza romana che, a suo dire, finì così: “Tornando indietro, non andrei via da Roma, ho fatto un grandissimo errore, ma la società mi aveva promesso alcune cose che poi ad un tratto non c’erano più. E io ho un orgoglio molto forte”. 
 
Antonio Paesano