21/11/2012 19:57
IERI - Sembrano lontani anni luce quegli 83 punti che hanno portato gli abruzzesi sul tetto della Serie B. E' passato solo un anno, ma è cambiato tutto. Sulla panchina Zeman predicava calcio, impugnando il solito, puritano, 4-3-3. In campo Verratti, Insigne e Immobile issavano la bandiera di quella che sembrava solo un'utopia nei campi d'Italia. Il bel calcio. Intorno agli artefici principali di un campionato stratosferico, vinto con 90 reti all'attivo, agiva un gruppo di onesti comprimari e mestieranti come Sansovini, Cascione, Bocchetti, Gessa e Anania. Il sacro calice conteneva, vent'anni dopo Foggia, il nettare del tatticismo zemaniano, la soluzione al problema dello schematismo ortodosso. L'1-3 nel diluvio di Genova contro la Sampdoria è l'ultimo passo di una marcia trionfale macchiata da due tragedie: la scomparsa del preparatore dei portieri Franco Mancini, fedelissimo di Zeman, e la morte in campo del livornese Morosini, proprio all'Adriatico durante la sfida con gli abruzzesi.
OGGI - Ma i sogni nel calcio hanno vita breve. Passa l'estate e del vecchio Pescara rimane poco o nulla. Se ne vanno Insigne e Immobile, rientrati dai prestiti di Napoli e Genoa. Saluta anche il genio Marco Verratti, pescarese doc e faro del centrocampo, ceduto agli sceicchi del Paris Saint Germain per 12 milioni di euro. Ma soprattutto non c'è più Zdenek Zeman, salito su un treno diretto a Roma. Sulla panchina il presidente Daniele Sebastiani sceglie Giovanni Stroppa, ex tecnico del Sudtirol Alto Adige. Per l'allenatore di Mulazzano far dimenticare i vangeli zemaniani è una missione impossibile. A maggior ragione se la rosa viene rivoluzionata. Oltre ai tre moschettieri partono Kone, Sansovini, Ariatti, Gessa, Togni, Anania e Brosco. Arriva invece in Abruzzo una dozzina abbondante di giocatori da tutto il mondo: Cosic, Giuseppe Colucci, Abbruscato, Bjarnason, Quintero, Celik, Perin, Crescenzi, Jonathas, Weiss, Blasi, Terlizzi, Vukusic, Pelizzoli e Modesto. Giocoforza l'inizio di stagione non è dei migliori: dopo 13 partite il Pescara si ritrova con 11 punti (3 vittorie, 2 pareggi e 8 sconfitte), e con un nuovo allenatore. Fatale a Stroppa la sconfitta di misura contro il Siena.
NOVITA' - "Conosco questa squadra e credo che abbia i mezzi per poter ottenere la salvezza". Parole di Cristiano Bergodi, nuovo tecnico del Pescara. Il 48enne di Bracciano è alla sua quarta esperienza italiana, dopo Imolese, Sassuolo e Modena. In mezzo una carrellata di squadre romene: dal 2005 al 2009 allena National Bucarest, Cluj, Rapid Bucarest, Politehnica Iasi e Steaua Bucarest. Domenica debutterà in Serie A, nel suo derby personale con la Roma: "Ci faremo valere. Zeman? Le sue qualità non si discutono". Bergodi ha vestito la maglia della Lazio per 7 stagioni, dal 1989 al 1997, le ultime delle quali proprio con il boemo in panchina. Da album dei ricordi il gesto dell'ombrello e le scintille con Giannini nella stracittadina '95: "Coniglio", "T'aspetto fuori", alcune delle dimostrazioni d'affetto al termine della vittoria biancoceleste targata Casiraghi-Signori.
IN CAMPO - Non solo a Roma. Sembrava infatti che anche a Pescara, da un anno a questa parte, non si potesse fare a meno del 4-3-3. Dopo Zeman anche Stroppa aveva optato per il modulo "che geometricamente meglio copre il campo". Ora, con Bergodi, si cambia. Spazio a un più solido 3-5-2. Davanti a Perin, complice l'assenza per squalifica di Capuano e Zanon, giocheranno Bocchetti, Terlizzi e Romagnoli. A centrocampo, out Cascione, Blasi, e Colucci, è probabile l'impiego di Bjarnason e Crescenzi sulle fasce, mentre centralmente agiranno Nielsen, Togni e il gioiello Quintero. In avanti tutto dipenderà dal recupero di Weiss. Se il talento slovacco dovesse recuperare, farà reparto insieme a uno tra Abbruscato e Jonathas.
GLI EX - Sono molti gli ex giallorossi che vestono la maglia del Pescara. A partire da Alessandro Crescenzi, ora in prestito, che con la Roma ha giocato solo una partita, nel 2009. Gianluca Caprari ne ha fatta qualcuna in più, compreso lo sfortunato match contro lo Slovan Bratislava. Dopo il prestito dello scorso gennaio, il Pescara ha deciso di riscattare la metà del cartellino dell'ex stella della Primavera di Alberto De Rossi. Ivan Pelizzoli arrivò in una Roma fresca di Scudetto, per la bellezza di 27 miliardi di lire. Nel 2003/04 vince il premio "Saracinesca d'oro": è il portiere meno battuto d'Europa con 14 reti in 31 partite. Alcuni problemi fisici e l'esplosione di Gianluca Curci lo relegarono ad altri panorami. Manuele Blasi esordì in giallorosso nella stagione 1999/2000, ma dopo soli sei mesi venne utilizzato come pedina di scambio nell'affare Nakata. Di Giuseppe Colucci, a Roma, si ricorda ben poco: il mediano rientrava nell'acquisizione del Foggia da parte di Franco Sensi ma non calcò mai il prato dell'Olimpico.
Lorenzo Censi