11/05/2014 16:00
LAROMA24.IT – Mica facile spiegare cos’è la Juventus. Libri su libri, pagine e pagine sulla Vecchia Signora del calcio italiano non ci hanno mai restituito un’idea completa di cosa fosse, sia e sarà quella maglia bianconera. Noi proviamo a stilare una guida al percorso juventino, le 10 domande a cui ognuno di noi dovrebbe saper rispondere prima di andare allo stadio domenica.
FAQ:
1 - Cos’è la Juventus?
Una società sportiva nata nel 1897. Allora si chiamava Sport Club Juventus ed era rappresentata da una maglia rosa abbonata a papillon (cravatta, per i più sportivi) nero. Un gruppo di ragazzi del Liceo Classico torinese D’Azeglio diedero vita a questa realtà: avevano tutti tra i 14 e i 17 anni.
2 - Perché si chiama così?
Una votazione, al momento della nascita, determinò il nome “Sport Club Juventus”. La “Gioventù” classicista del D’Azeglio scelse non senza difficoltà: “Mi sembrava che quel 'Juventus' più non s'addicesse a soci fatti maturi. Avevo torto: nella 'Juventus' non s'invecchia, invecchia invece la Juventus”, disse Canfari, uno dei fondatori.
3 - Quanto ha vinto?
Tanto, tantissimo. Club più vincente di sempre, in Italia; club tra i più vincenti, fuori. La Juventus fa del palmares la propria arma in più: alza trofei sin dai primi vagiti, nel nostro paese e fuori. In Italia: 30 scudetti, 9 Coppe Italia, 6 Supercoppe Italiane. In Europa e nel mondo: 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 3 Coppe Uefa, 2 Supercoppe Uefa, 1 Coppa Intertoto, 2 Coppe Intercontinentali.
4 - Proprietà e presidenze: chi ha fatto la storia del club?
Tante facce, ma quasi tutte riconducibili alla famiglia Agnelli, i decani di questo condominio. Il patriarca Giovanni, fondatore della Fiat, legò il suo nome a quello del Fascismo prima della Seconda Guerra Mondiale: numerose fonti storiche attribuiscono al colosso torinese un certo ruolo nella decisione di intervenire in guerra al fianco di Germania e Giappone. Proprio in quegli anni il figlio di Giovanni, Edoardo, diventava il primo presidente della Juventus appartenente alla dinastia di imprenditori più famosa d’Italia. Dal 1923 a oggi la famiglia Agnelli controllerà in modo più o meno diretto le vicende della Juventus. La presidenza ricordata con maggiore trasporto è quella di Giampiero Boniperti, già bianconero da calciatore: 9 scudetti vinti con lui al vertice dell’organigramma del club torinese. Altra gestione memorabile fu quella dell’avvocato penalista Vittorio Chiusano, difensore, tra gli altri di Cesare Romiti nella vicenda dei Bilanci Fiat (fine anni ’90): la sua presidenza fu quella più vincente, con 17 trofei alzati. Da ultimo, Gianni Agnelli: venerato ancira dalla quasi totalità dei tifosi bianconeri, l’Avvocato diede volto e movenze ad uno stile Juve fino a quel momento solo latente. Seppur discutibile in pensiero e comportamento, l’eleganza e il carisma di Gianni Agnelli hanno a lungo rappresentato i (presunti) tratti caratteristici della “juventinità”.
5 - Allenatori: chi ha fatto la storia del club?
Due nomi, su tutti. Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi. Insieme, le loro panchine hanno fruttato 27 trofei. Nel dettaglio, iniziamo dal Trap. Allena la Juventus in due periodi storici differenti: prima il decennio 76’-86’, nel quale vince 13 coppe, poi il triennio ’91-’94, con un solo trofeo alzato. Meno longeva l’avventura bianconera di Marcello Lippi, seppur anch’essa divisa in due parti: la prima negli anni ’94-’99, con 9 titoli, la seconda dal 2001 al 2004, con 4 coppe in bacheca. Passiamo alle percentuali di vittorie, con una sorpresa: né il Trap (53%), né il collega Lippi (56%) sono i più vincenti nel rapporto partite/vittorie. In testa, considerando gli allenatori con almeno 100 match all’attivo, c’è proprio Antonio Conte, attuale coach della Vecchia Signora. Ma di lui parliamo fra qualche riga.
6 - Giocatori: chi ha fatto la storia del club?
Di fenomeni, a Torino, ne sono passati tanti. La bandiera, per eccellenza, è il già citato Giampiero Boniperti: 443 presenze, 178 gol in circa 15 anni bianconeri, dal 1946 al 1961. Poi Furino, Scirea e Cabrini, tre anime diverse tra loro ma tutte con la fascia da capitano sul braccio, complessivamente dal 1976 al 1989. Brio-Tacconi-Baggio-Vialli è il poker di condottieri che porta la Juventus nel calcio moderno, con Vialli estrema sintesi del cambiamento: carattere fumantino e baffo poco “agnelliano”, fu uno dei capitani più vincenti della storia bianconera. Arrivando ai giorni nostri, impossibile parlare dell’altra grande bandiera bianconera: Alessandro Del Piero. Su di lui sono state scritte migliaia di pagine, tra le più romantiche della storia di questo sport. Qui bastino un paio di numeri: 705 presente (record) e 290 gol (record), con 6 scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe. Dalle bandiere ai fenomeni: Zidane, Platini, Sivori, Charles, Buffon, Baggio, Bettega, tra gli altri.
7 - Cos’è Calciopoli?
Calciopoli è la chiave di lettura del calcio italiano: con questa parola, analogamente a quello che si fece per Tangentopoli, indichiamo uno scandalo di dimensione nazionale riguardante il calcio italiano. Lo scandalo scoppiò nel 2006 e investì dirigenti, arbitri e intere società di calcio: i ‘big’ in questione, tra gli altri, sono Luciano Moggi, Antonio Giraudo, i fratelli Della Valle e Claudio Lotito. Furono accusati, per la giustizia sportiva, di “intrattenere rapporti con i designatori arbitrali atti ad influenzare le designazioni per le partite delle proprie squadre in modo da ottenere arbitri considerati favorevoli”. La giustizia sportiva comminò questa sanzioni definitiva per i bianconeri:
Juventus: revoca del titolo di Campione d'Italia 2004-2005 , non assegnazione del titolo di Campione d'Italia 2005-2006, retrocessione all'ultimo posto nella Serie A 2005-2006 , 9 punti di penalizzazione nella Serie B 2006-2007. Radiazione per Moggi e Giraudo.
Il processo penale si divise in due filoni: il primo si spense con un annullamento e un’assoluzione per Gea World (società di consulenza sportiva, accusata di associazione a delinquere); il secondo, ancora in corso, si è fermato al secondo grado di giudizio, con le condanne per Moggi (5 anni e 4 mesi, più 5 anni di Daspo) e Giraudo (3 anni). Scrive a tal proposito la Corte d’Appello di Napoli: “Appare indubbio che sia emerso un sistema ben collaudato, peraltro già operante dagli anni 1999-2000, fra soggetti che sulla falsariga di «rapporti amichevoli» (…) ponevano in essere condotte finalizzate a falsare la reale potenzialità di alcune squadre di calcio". Il torneo 1999-2000 venne "sostanzialmente condizionato sino alla penultima giornata: quando si giocò Juventus-Parma, diretto da De Santis, e terminato con il risultato di 1-0; e non riuscendo nell’intento di garantire alla Juventus la vittoria finale in quanto gli accordi illeciti già stabiliti vennero compromessi dal clamore suscitato dall’arbitraggio apertamente favorevole alla squadra torinese da parte di De Santis".
8 - I giocatori juventini si dopavano?
Forse, forse no. La giustizia italiana, a tal proposito, ha emesso la più silente delle sentenze: nessuna, via con la prescrizione. Riccardo Agricola, dipinto ora come Menghele ora come Patch Adams, era il medico sociale della Juventus dal 1985; Zeman accusò lui e La Juventus di aver esagerato nella somministrazione di medicinali ai propri calciatori, dopandoli. Tra condanne e sentenze d’annullamento, i primi gradi del processo non fanno chiarezza sulla reale portata del presunto sistema. Nel 2007 c’è stato tolto ogni dubbio con la sopracitata prescrizione. Assoluzione, invece, nel processo sportivo.
9 - Oggi come vanno?
Bene, ma solo in Italia. La Juventus non vince una coppa europea dall’Intertoto del ’98-’99. Nel frattempo, da quella coppa a oggi, ha vinto 5 titoli nazionali, di cui tre consecutivi (gli ultimi tre). Hanno conquistato nella scorsa giornata il loro 30esimo scudetto ufficiale (32, contando i titoli revocati dalla giustizia spirtiva dopo Calciopoli). La stagione ancora in corso può regalare, oltre al trofeo, altre soddisfazioni ai tifosi bianconeri: su tutte, superando quota 97 punti, batterebbero il punteggio record dell’Inter di Mancini del 2007, stabilito proprio in assenza della Juventus, retrocessa in B dopo Calciopoli.
10 – Conte è davvero così antipatico?
C’è da dire che il diretto interessato, attuale allenatore della Juventus, non fa molto per non sembrarlo. Scontroso davanti le telecamere, fumantino dietro: è l’incubo dei giocatori e il cruccio dei giornalisti, ma soprattutto vince e lo fa pesare. Proliferano accuse di incoerenza nei suoi confronti, soprattutto recenti. Motivo del contendere era l’operato degli arbitri, messo in discussione dal tecnico della Roma Rudi Garcia: “E’ da provinciali lamentarsi degli arbitri”, dice in prima battuta l’allenatore pugliese; poi però fa il “Ragazzo di Campagna” e, dopo essere stato eliminato dal Benfica in Europa League, afferma: “Siamo stati penalizzati”. Fa pochi complimenti agli avversari, difende i propri giocatori anche a costo di richiamare i tifosi (si veda il caso Giovinco) e non si fa scrupoli, anche grazie a spalle grosse e ben coperte, nell’alzare la voce con cronisti e giornalisti.