25/01/2009 22:07
DONI 7,5: Risponde presente sulla punizione di Lavezzi e sulla spettacolare mezza rovesciata di Zalayeta. Autoritario e sicuro nelle uscite alte, come sempre funambolico oltre il limite consentito quando ha la palla tra i piedi. Un ritorno in grande stile per il portiere brasiliano assente nelle ultime due partite.
CASSETTI 6: Vince il ballottaggio con Panucci e gioca una partita senza infamia e senza lode sulla fascia in cui imperversa un Mannini allo sbando, raramente attaccato dal terzino giallorosso che preferisce limitarsi ai compiti difensivi.
MEXES 7,5: Segna, forse in fuorigioco, una rete di vitale importanza che indirizza il match sui binari giusti. Un'unica disattenzione in occasione del gol annullato a Zalayeta, quando tarda a stringere sull'uruguayano vincitore di fisico su Juan. Il resto è una partita mostruosa giocata senza lasciare un centimetro allo spauracchio Lavezzi.
JUAN 8: Come il compagno di reparto, segna di testa con un'elevazione degna del miglior Michael Jordan, poi annienta qualsiasi velleità offensiva del Napoli chiudendo sistematicamente in anticipo sul nascere le iniziative avversarie. Tra le migliori prestazioni del brasiliano dal suo arrivo a Trigoria.
RIISE 7: Si esalta di fronte ai sessantamila del San Paolo giocando una partita impeccabile, senza sbavature in difesa, raddoppiando e chiudendo puntualmente con le diagonali qualsiasi inserimento dei partenopei. Raramente butta via il pallone alla cieca, sta progressivamente dimostrando di essersi adattato al calcio italiano e al gioco di Spalletti dopo un avvio difficile.
TADDEI 6,5: In ripresa dopo qualche prestazione ben al di sotto degli standard ai quali aveva abituato a Roma. Ritrova corsa e continuità di spinta sulla destra, sfiora anche il quarto gol trovando sulla sua strada la punta delle dita di Gianello e il palo. Dall'83' PERROTTA S.v.: Entra quando ormai le due squadre aspettano solo il triplice fischio di Morganti.
DE ROSSI 7,5: Sontuoso, domina contro un centrocampo avversario privo di inventiva e composto per 3/5 da picchiattori votati alla distruzione di gioco invece che alla costruzione. Non fa un lavoro appariscente come vertice basso del rombo ma dai suoi piedi, soprattutto dopo l'uscita di Pizarro, partono tutte le iniziative giallorosse.
BRIGHI 7: Parte da sinistra ma tende ad inserirsi con maggiore frequenza rispetto a Taddei, che agisce sulla fascia opposta, trovando quelle sortite offensive degne del Perrotta delle scorse stagioni. Resta sempre prezioso il suo contributo in fase di pressing, decisivo contro un centrocampo muscolare come quello schierato da Reja oggi.
PIZARRO 7,5: Deve alzare bandiera bianca alla fine del primo tempo per via di un nuovo fastidio fisico. Fino a quel momento è tra i migliori in campo, non perde mai la bussola nel traffico della linea mediana e manda ai pazzi gli avversari che non riescono a togliergli il pallone neanche per caso. Dal 46' AQUILANI 7: Si accomoda inizialmente in panchina ma ha un ottimo impatto quando è chiamato in causa per sostituire il cileno infortunato. Suo l'assist vincente per Vucinic, approfittando rapidamente di un errore colossale di Santacroce.
VUCINIC 7: Nel primo tempo gioca larghissimo a sinistra e non la sfiora mai. Nel secondo tempo brucia Gianello sul primo palo siglando la rete che chiude definitivamente i conti, poi prosegue la sua partita misteriosa, questa volta, però, tutto spostato sulla destra. Dal 69' MENEZ 6,5: I venti minuti del francese sono fin troppo condizionati dal clima da amichevole estiva in cui si gioca il finale di match e dalla quantità di calci che qualsiasi giocatore in maglia azzurra decide di rifilargli ogni qualvolta passi dalle loro parti l'ex monegasco.Trova comunque il tempo di servire una comoda palla gol a Baptista che il brasiliano calcia in curva.
BAPTISTA 6,5: Fa tutto quello che un attaccante dovrebbe fare, tiene palla e fa salire la squadra, gioca di sponda, mantiene sempre in apprensione la linea difensiva avversaria anche quando è da solo contro tre. Ma sulla sua valutazione pesano i due madornali errori e se il secondo è perfino più clamoroso nella sostanza ma di fatto trascurabile ai fini del risultato, il primo tiene in vita le speranze napoletane prima che Vucinic le spenga definitivamente.