24/09/2015 05:45
LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - Se non credete che nel calcio, come al di fuori, tutto torni, questa è l'occasione adatta per la conversione. La prima sconfitta stagionale appare molesta per le prestazioni che l'hanno preceduta, non certo per quanto esibito a Marassi, dove la Roma, specialmente nella ripresa, offre una delle migliori immagini recenti di sé.
Alla gogna finiscono De Sanctis e Manolas, protagonisti negativi degli episodi principali. In 5 salvano la sufficienza, di Pjanic quella più luccicante.
DE SANCTIS 5 - Il posizionamento della barriera, in occasione del vantaggio della Sampdoria, è da sequestro della licenza.
FLORENZI 6 - Se i mezzi pubblici fossero a sua immagine e somiglianza, nessuno a Roma racconterebbe del mitologico traffico. La speranza è che l'assessore ai trasporti della capitale fosse davanti alla tv.
MANOLAS 4,5 - Quando un pallone svogliato si rivolta in quel modo e la sventura cade sul più referenziato dei difensori in campo, è evidente che a materializzarsi è un disegno progettato ben più in alto. E lui rappresenta solo il mezzo sfortunato attraverso cui il fato si palesa col peggior ghigno d'occasione. Marionetta del destino.
DE ROSSI 6 - Lo studio di Muriel gli toglie mezz'ora e l'immunità, con l'ammonizione. Poi nell'intervallo progetta la marcatura su misura per il colombiano e con posizionamenti preventivi da brevetto del perfetto difensore ripiega l'attaccante della Sampdoria nel cassetto della metà campo di Zenga.
DIGNE 5,5 - C'è scritto spingere e lui lo fa costantemente. Gli invocano cross e questo non gli riesce con altrettanta costanza. Anche perché dall'altra parte c'era un 17enne da tenere a mente.
PJANIC 6,5 - La ragion pura della Roma. Si muove in ogni direzione, collega il centro all'esterno, avvicina cerchio di centrocampo ed area di rigore. Tira una volta, tante altre volte permette di farlo ai compagni. Poi, mette in contatto anche Salah con le alte sfere, come da tipica "esultanza" dell'egiziano, concedendogli il facile tiro dell'1-1.
KEITA 5,5 - E' la prima preoccupazione di Zenga: staccate i fili che conducono all'ex Barcellona. Che così può solo spostarsi e tirar via il proprio marcatore, lasciando la sedia del regista a Pjanic.
NAINGGOLAN 5 - Ammacca i cartelloni pubblicitari dopo pochi minuti con un tiro dove sbaglia maldestramente i dosaggi tra precisione e potenza. Scorre lungo il centrocampo come acqua liscia, senza trascinar via palloni, né offrendo la corrente per le tipiche ripartenze. DAL 87' ITURBE SV - Più fede che logica nella scelta di mandarlo in campo.
SALAH 6,5 - Nel primo tempo la Roma pende nettamente sulla sinistra. Così lui resta isolato dall'altra parte dove non ha notizie sulla pressione del pallone, facendosi apprezzare solo per il rispetto delle mansioni difensive. Poi, all'improvviso, il gol. Gli dei, da quel momento, sembrano seguirlo con maggiore attenzione, salvo essere attratti, poco dopo, dall'idea di scherzare con Manolas. DAL 87' UCAN SV - No, qui davvero non siamo in grado di offrire motivazioni per il suo ingresso in campo.
DZEKO 5,5 - In una gara confusa, mette sul banco un paio di azioni personali in cui ribadisce la propria statura. Va anche al cross, entrambi bassi, come una lezione pratica per spiegare ai compagni in quale modo rintracciarlo. E' vero, i palloni vengono più gettati che offerti in area di rigore, ma i 19 cross cestinati lo obbligano a cedere la sufficienza.
IAGO FALQUE 5,5 - Corre, taglia, dialoga con Digne. Ma, in fin dei conti, è necessaria la scientifica per rilevare la sua impronta sulla partita. DAL 60' GERVINHO 6 - Sono 10 mesi che non segna in campionato. Almeno il doppio, se mai è successo, non lo si vedeva rincorrere per 60 metri un avversario. Chissà che non abbia compreso che una squadra senza Gervinho continua ad esistere, mentre lui da solo non può iscriversi ad alcun campionato professionistico.
GARCIA 5,5 - E' il giorno in cui l'assenza di un pensiero collettivo presenta il conto: la Roma del secondo tempo è la migliore mostrata in questa stagione, escludendo la gara con la Juventus, eppure è costretto a lasciare i punti a Genova. Paga due errori individuali, che sono più frequenti quando l'atmosfera intorno ad una squadra è pesante. Post scriptum: con 17 corner a disposizione è lecito attendersi almeno un tiro verso la porta avversaria.