10/12/2015 05:49
LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - Partiamo dalle cose belle: Roma agli ottavi di Champions, come non succedeva da 5 anni. Ma anche come raramente era successo: senza riuscire a battere o a segnare un gol ai mediocri bielorussi del BATE Borisov, con una sofferenza sinistra, tutt'altro che rinvigorente, acuita dai fischi finali degli spettatori.
Magari il Giubileo, più probabilmente il Barcellona: chiunque abbia deciso che oggi era il giorno della Roma venga ringraziato riconsegnandogli una squadra in grado di scrivere il proprio destino autonomamente. E' 0-0 perché l'ha deciso Szczesny, l'unico a staccare nettamente la sufficienza.
SZCZESNY 8 - Se lo ricordavano sorridendo quelli del BATE Borisov. Per questo, forse, prendono a tirare senza curarsi delle loro mediocri qualità balistiche. Poi, quando manca davvero poco a perfezionare il disastro, tira fuori il miracolo dalla manica e va controtendenza, chiudendo la porta santa. Baciamo le mani.
FLORENZI 5,5 - Gira malconcio per un tempo sulla fascia destra, poi spacca in due la sua partita: oltre la metà campo riesce comunque ad imbastire un discorso che lo porterebbe alla sufficienza, se non fosse per l'ansioso crescendo di pericoli che nascono alle sua spalle.
MANOLAS 6 - A rischio scomunica per come rimprovera l'operato dei santi (e dei compagni) per gran parte della partita. Nel finale, però, non si scioglie, anzi, si raffredda ancora di più.
RUEDIGER 6 - Sfonda l'"ansiometro" dell'Olimpico con un rinvio sbilenco nel finale, nato però dai consigli contrastanti dei compagni. Il salvataggio sulla respinta di Szczesny, comunque, lo assolve da ogni peccato.
DIGNE 5,5 - Se con Iago Falque l'intesa è pressoché immediata, con Iturbe avrebbe bisogno di un interprete. Di là, almeno, la corrente del BATE Borisov, già tenue per natura, diventa sempre più fievole.
NAINGGOLAN 6 - Primo, secondo e terzo tiro sono suoi: nulla d'indimenticabile ma almeno segna nella mente di tutti l'obiettivo da colpire. I chilowatt che può sprigionare si disperdono nel vuoto.
DE ROSSI 6 - Rimane di vedetta per gran parte del tempo. Poi, nel finale, ha le idee più lucide, quando implora, senza successo, di gestire il pallone e, di conseguenza, l'orologio.
PJANIC 5 - C'è da immergersi fino al busto dentro una piscina di liquame per raccogliere punti e qualificazione. Lui, invece, dà l'idea di restare sul bordo, tirarsi appena su le maniche della camicia e cercare senza guardare.
FALQUE 5 - Consegna il proprio mattoncino. Ma c'era da costruire una qualificazione e senza avere neanche il foglio delle istruzioni. DAL 83' UCAN SV - Con Gervinho, sarebbe finito in tribuna. Senza, arriva addirittura in campo.
DZEKO 5 - Qui, un anno fa, mandò all'aria i sogni di un Olimpico pieno, portandosi via la qualificazione col City. Sempre qui, un anno dopo, si riprende gli ottavi ma non riesce a riconsegnare il sogno all'Olimpico, sgomento di fronte alla realtà. Spara a salve, è vero, ma è tra i pochi giallorossi ad avere il fucile e in grado di andare a caccia della qualificazione.
ITURBE 5 - La radiografia delle sue difficoltà si palesa, incontrovertibile, quando lascia scorrere un pallone dentro l'area di rigore, accompagnandolo verso il fondo per mettere in tasca un modesto calcio d'angolo. Gioca per non disfare, più che per fare. DAL 59' SALAH 5,5 - Lascia Florenzi a cavarsela da solo con i mancini del BATE Borisov: rischiava di essere una mancanza imperdonabile.
GARCIA 5 - Utilizzando il suo vocabolario, potremmo dire che un girone di Champions non si gioca ma si passa. Obiettivo centrato: complimenti. Il tentativo di mandare in campo Gervinho a tutti i costi, però, umilia le sue stesse capacità d'allenatore, riconoscendo pubblicamente che l'esistenza dell'ivoriano è condizione necessaria e sufficiente alla sua proposta calcistica.