25/11/2016 05:24
La Roma si comporta come deve, batte agevolmente il Viktoria Plzen con un sonoro 4-1 ed archivia il Girone E di Europa League con un turno d’anticipo: vittoria e primato, decidono la tripletta di Dzeko e la fortuita quanto spettacolare rete di Perotti. Di Zeman la rete del momentaneo pareggio ceco.
Edin Dzeko è il migliore in campo nella sfida europea: le 15 reti stagionali non mentono, il bosniaco è la bocca da fuoco tanto attesa di una Roma che segna a grappoli. Delude ancora Iturbe: chance sprecata, l’ennesima, la sua storia giallorossa sembra maledetta. Entra Perotti e fa fiamme e fuoco.
ALISSON 6 – Non ha colpe sul gol incassato da Zeman, nel primo tempo il Viktoria Plzen ci prova ma senza cattiveria negli ultimissimi metri. Due interventi nella ripresa: al 72’ sul subentrato Duris, nel finale su Bakos.
BRUNO PERES 5,5 – Vorrei ma non posso. Nella prima frazione sbaglia praticamente tutti i cross tentati e soffre la verve di Zeman, va appena meglio nella ripresa ma il rendimento è tuttora al di sotto delle aspettative iniziali.
RUDIGER 6,5 – Ci mette una pezza in diverse situazioni, firma personalmente l’assist del 2-1 con un cross perfettamente recapitato sulla testa di Dzeko: il tedesco c’è.
FAZIO 5,5 – Perde completamente la marcatura di Zeman in occasione della rete del momentaneo 1-1, eppure sembrava in controllo della situazione: il ceco salta indisturbato, l’argentino resta immobile a guardarlo. A sua parziale discolpa l’errato schieramento dell’intera retroguardia. Insicuro in altre letture di gioco: serata così e così.
EMERSON 6,5 – Gioca con personalità: buon pressing sull’opposto avversario, costringe Petrzela ad una posizione piuttosto bassa. Padronanza nei fondamentali, buone diagonali, una sola sbavatura nella ripresa: prestazione positiva.
PAREDES 6 – Impreziosisce una gara ordinata con la punizione stampata sulla traversa in avvio di ripresa: facilità di calcio, qualche lancio impreciso nel primo tempo.
STROOTMAN 6 – Diesel. Cresce alla distanza dopo un avvio troppo timido in relazione alla caratura del giocatore: nella ripresa prende in mano il centrocampo, essenzialmente nella fase di interdizione del gioco avversario. Si gestisce al meglio. DALL’88’ GERSON s.v. – Scampoli di gioco irrilevanti, sul risultato di 4-1.
SALAH 5,5 – Memore dei clamorosi errori di Bergamo, continua la striscia negativa: un palo gli dice no in chiusura di primo tempo, poi spreca il perfetto assist di un infaticabile Nainggolan. Difficile però dargli contro: scatti continui, garantisce a Spalletti quella profondità che nessun altro interprete della sua rosa può dargli. DALL’82’ DE ROSSI s.v. – In campo a gara oramai indirizzata sui binari giallorossi.
NAINGGOLAN 6,5 – Tra i migliori in un primo tempo giocato sotto ritmo dalla sua Roma, è il solo in mediana ad aggiungere dinamismo: per il resto la solita prova di enorme sostanza nelle due fasi di gioco.
ITURBE 5 – Timidi segnali di vita nella ripresa con un paio di accelerazioni di vecchia memoria, ma non possono bastare: stecca ancora. Si assenta dalla gara per larghi tratti, corre a vuoto: difficile che la Roma punti su di lui per sostituire il partente Salah. DAL 62’ PEROTTI 7,5 – La rabona con cui archivia gara, qualificazione e primato è un gesto che da solo vale il prezzo del biglietto (stasera per la verità acquistato da veramente pochi tifosi - 13000 circa - ). Firma anche l’assist del definitivo 4-1: in mezzora ha fatto tutto quello non riuscito ad Iturbe nel doppio del tempo.
DZEKO 8 – Segna e sbaglia, sbaglia e segna: il primo gol è una perla, chiedere al malcapitato Kovaric, ubriacato di finte e contro-finte. Lo firma con un sinistro da urlo, dritto all’incrocio dei pali, lo stesso piede con cui due minuti dopo fallisce un gol clamoroso. Si ripete mandando a lato un comodo colpo di testa, poi di testa firma la doppietta e nel finale si concede la tripletta. Qual è la versione veritiera? I numeri sono tutti dalla sua parte - quindici gol e siamo solo a novembre - e la fiducia è quella dei suoi giorni migliori.
SPALLETTI 6,5 – Da cancellare il clamoroso epilogo dell’Atleti Azzurri d’Italia: missione compiuta. Ma va detto: sarebbe stato assurdo il contrario. Il segreto sta nel lasciarsi realmente alle spalle il passato: questo dovrà dimostrarlo al prossimo test probante come gli è raramente riuscito finora, in trasferta, reale punto debole per le ambizioni di una Roma da vertice. Sul piano interno come su quello internazionale.
Massimiliano Bruno