03/12/2021 14:15
LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Gli spazi più ambiti, da quando il gioco del calcio ha avuto letteratura scientifica in merito, risultano quelli tra le linee avversarie. Lì, inevitabilmente, l'avversario è obbligato a muovere le sue pedine scatenando conseguenze che, se non tempestive, possono risultare letali per l'intero organismo. Nell'edizione col doppio mediano, spesso, la Roma aveva mostrato difficoltà, per carenza di personale quasi, nell'arginare quelle situazioni in cui l'avversario posizionava e raggiungeva un giocatore tra la linea difensiva e quella mediana. Il passaggio al centrocampo a 3, con l'inserimento di un vertice basso nella mediana, per motivi d'occupazione pareva aver tamponato il difetto.
#BolognaRoma/#PostMatch 2/4
3 momenti in cui è evidente: il 1° su una giocata diretta che mostra già un'ampia distanza tra i reparti. La linea scappa, i più offensivi tutti attratti dal pallone.
Sulla 2a palla, la giocata di Arnautovic permette a Barrow di calciare liberamente. pic.twitter.com/yvblD399E7— Mirko Bussi (@MirkoBussi) December 3, 2021
Che poi è riesploso nella gara di mercoledì a Bologna, quando almeno tre volte la squadra di Mihajlovic ha potuto banchettare in quegli spazi all'aperto tra le due linee romaniste. Da qui proviene la conclusione di Barrow, innocua negli effetti finali, ma che mostra già un distaccamento eccessivo tra la linea, che scappa sulla giocata diretta di Medel, e il resto dei giocatori più avanzati, Diawara su tutti, fin troppo attratti, quasi ipnotizzato, dal pallone.
Inevitabile che la seconda palla, quella a seguito del duello aereo, cada nei piedi avversari con la giocata sofisticata di Arnautovic che offre a Barrow un'ampia area in cui preparare e calciare verso Rui Patricio.
#BolognaRoma/#PostMatch 4/4
Una facilità nel posizionare e trovare uomini tra le linee della Roma che si nota anche qui: senza pressione sul pallone, gli spazi sono comunque comodi per Sansone che può condurre centralmente e arrivare al tiro, qui ribattuto da Smalling. pic.twitter.com/9C9bI1QOpy— Mirko Bussi (@MirkoBussi) December 3, 2021
La scatola difensiva romanista viene aperta così anche per quanto riguarda l'1-0. Stavolta la posizione del pallone è più laterale, l'assenza di pressioni sul portatore di palla consiglierebbe un blocco più compatto ma Diawara è ancora ammaliato dal seguire le sorti del pallone per rendersene conto, una mancanza aggravata dalla scelta di Veretout di accorciare sul movimento avversario che libera definitivamente quell'ambita posizione. Lo spazio a disposizione di Svanberg è talmente grande da consentirgli di sbagliare il controllo, senza che questo gli impedisca di ricaricare il baricentro all'opposto e produrre quella traiettoria velenosa che finirà all'angolo sinistro di Rui Patricio.
Il ritorno alla linea a 4, nella ripresa, non ha dato gli effetti sperati, tant'è che anche nella ripresa si trova facilmente un'occasione in cui Sansone ha tempo, modo e spazio di ricevere tra le linee generose della Roma, condurre centralmente e calciare verso la porta della Roma. Stavolta è l'intervento in scivolata di Smalling a togliere i guai. Perché, come in tutto ciò che scorre sul rettangolo di calcio, è la lettura comune delle situazioni a poter limitare i danni. E se chi è davanti è lascivo nei posizionamenti e ancor prima nelle pressioni sul pallone, rompere la linea, specialmente quando questa è in forte superiorità come avviene quando si gioca con 3 difensori centrali, diventa un'uscita d'emergenza necessaria.