Post Match - I buoni propositi della Roma

23/08/2023 19:07

LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - Tra i buoni propositi della Roma per la nuova stagione, pare, ci sia quello di arrotondare le forme della propria costruzione. Spesso giudicata spigolosa, come un calcio diretto che cerca gli spigoli della testa di un vertice offensivo, la prima costruzione della Roma domenica aveva la forma di un rombo che dal trio Llorente, Smalling, Mancini si univa a Cristante, play del giorno. Curiosamente, però, il primo gol (convalidato) della stagione arriverà alla vecchia maniera, con un attacco diretto scagliato da Llorente per Belotti. Perché, si sa, delle tradizioni va conservato almeno il ricordo.

E gli studi estivi sembravano aver sciolto anche oltre le attese pronuncia e intonazione della Roma che all'11', per fare un esempio, arrivava da area ad area dopo aver dipanato la struttura difensiva della Salernitana. Da Mancini si passava per Bove che dopo aver riscaricato allo stesso, andava a smarcarsi in ampiezza portando fuori Coulibaly. Uno scambio che liberava la strada da Mancini a Cristante, col centrocampista che dopo aver scannerizzato (foto 2 in basso) faceva saltare il tappo avversario raggiungendo Belotti posizionato tra le linee. La conduzione dell'attaccante portava la Roma dentro un 3v3 che sembrava invitante. Almeno fino al dosaggio del passaggio per , saltato in profondità, che annullava tutto il buono accumulato fin lì.

Una situazione che faticherà a trovare posto negli highlights ma che fa tremare la terra della Salernitana. Eppure il pericolo era stato avvertito, tanto che da quel momento in poi dove si muoverà Cristante, epicentro della costruzione romanista, finirà anche Candreva, incaricato di marcarlo da lì alla fine del primo tempo. Sarà dunque Llorente a prendere quasi in esclusiva le chiavi della costruzione, tanto da risultare il giocatore con più palloni toccati all'Olimpico (88).

 

Alla mezz'ora di gioco la Roma aveva accumulato molto più tempo rispetto alla Salernitana col pallone tra i piedi (9'7" dei giallorossi contro 6'15" dei campani). Una differenza che calerà drasticamente già nel quarto d'ora finale del primo tempo (5'52" contro 4'53") e addirittura segnerà il sorpasso della squadra di Paulo Sousa per i primi 15' della ripresa.

Col passare del tempo, infatti, la pressione della Salernitana si farà più ingombrante e la costruzione della Roma comincerà a tossire. Perché, non va slegato, nel frattempo il risultato si era invertito, cambiando la percezione di sé che potevano avere i giallorossi. In più, negli spogliatoi la Salernitana rifà il trucco alla prima pressione: ora Kastanos deve sganciarsi per tamponare alla fonte Llorente, Botheim si divide tra Smalling e Cristante, finendo sul centrocampista ogni qual volta la Roma si rifà ai propri 'braccetti'. E a Candreva, ora, resta il compito di uscire su Mancini.

Dal 4 contro 2 che aveva facilitato l'inizio della Roma, ci si ritrovava in un 4 contro 3 che avrebbe richiesto una maggior varietà di soluzioni, vedi smarcamenti, oltre a risultare impervio per non poter contare sul sostegno di un -giocatore, aspetto chiave per molti sistemi di costruzione, e riducendo allo stretto necessario la partecipazione di Smalling. La sfida, per la Roma, sarà qui: quando la pressione avversaria si ingrosserà, per numeri e volume d'aggressività, cresceranno i rischi ma aumenterebbe anche la potenziale ricompensa. Perché è al banco dei vizi che si valutano i buoni propositi.