Post Match - Route 66%

05/12/2023 13:42

LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - La nuova strada della Roma ha permesso di superare vecchi problemi. Oggi, come invece poteva essere in passato, il continuo mantenimento del pallone non è il principale antidoto alla pericolosità della squadra di Mourinho. E la domenica che ha lucidato la classifica dei giallorossi l'ha ribadito. Perché se l'atto risolutore può essere spiegato meglio interpretando la volontà degli astri, con i pianeti spinti ad allinearsi dietro la pedata di Kristensen, buona parte di ciò che la Roma aveva accumulato in campo era anche la risposta ad antiche lacune. Come quella di doversi mettere in proprio, costruendo le proprie possibilità anche quando si è costretti, magari, ad avere il pallone.

-Roma si spegne facendo registrare il 66% del possesso per i giallorossi, il terzo dato più alto del campionato romanista. Dietro solo alle gare con Verona e , quando il contatore era salito fino al 71%, senza poter lenire però il dolore della sconfitta. Un rapporto, quello tra possesso e percentuali di successo, che crescevano all'inverso anche nei dati della passata stagione. Ora, forse, qualcosa sta cambiando.

La risposta più semplice alla miglioria romanista ha un nome e cognome: Romelu Lukaku. Che oltre ad essere il finalizzatore conosciuto, è anche uno straordinario piede di porco per scardinare le serrature più fastidiose. Ma alla fine dell'ombra gigante del nuovo attaccante della Roma, si sparge anche la luce portata da una crescente abilità in costruzione della struttura romanista e, in particolare, dei suoi primi ingranaggi, che partono da Mancini, Llorente e Ndicka. Gli ultimi due, in particolare, hanno premuto i tasti decisivi in due delle migliori situazioni avute dalla Roma prima di trovare l'1-1.

È il caso di Ndicka, al 40' del primo tempo, quando ferma il giro del pallone dei giallorossi per perforare con un passaggio chiave, di destro, lungo circa venti metri, lo scudo difensivo del e andarsi a riparare sotto la suola rassicurante di Lukaku. Da lì, poi, l'abilità del belga ha permesso di preparare il tiro di Dybala, cancellato solo dall'intervento di Consigli.

 

Nella ripresa, invece, dopo 10 minuti un pallone fragrante era stato recapitato sul tavolo di Azmoun. Ad infornarlo era stato Gianluca Mancini che aveva risolto gli imbarazzi nel cercare una soluzione efficace per stappare il blocco del nel movimento in profondità dell'iraniano, raggiunto immediatamente dalla giocata calibrata del difensore. Una costruzione più diretta, dunque, ma che spiega l'efficacia in costruzione dei tre romanisti più difensivi.

E permette di sottolineare l'utilità di Azmoun, col suo set di movimenti e comportamenti vivaci che risaltano ancora di più per la staticità, dorata sia chiaro, di Dybala e Lukaku. Come, appunto, in questo improvviso attacco alla profondità in fuorilinea che mette in imbarazzo la linea del tutta rivolta verso il pallone e con la coppia offensiva romanista posizionata per ricevere come preferisce, sui piedi.

Manca Llorente negli highlights ma il più dotto tra i difensori di Mourinho sul tema della costruzione, anche domenica sera, ha dato argomenti. Con quella che sta diventando una sua giocata 'cult', ingannando le pressioni avversarie e scartando, di colpo, metà . Succede a inizio partita, quando l'orologio non è ancora arrivato al 5', e lo spagnolo finge il completamento di un giro del pallone per pescare Dybala e passare così dalla costruzione allo sviluppo offensivo. E ricordare che così, il 66%, diventa un'opportunità e non uno spreco.