03/04/2024 14:05
LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - La qualità della vita si misura in vari fattori che cambiano a seconda del contesto, dell'età, in generale delle esigenze che avvolgono il proprio momento dell'esistenza. Nell'organismo romanista che De Rossi sta tentando di modificare da poco più di due mesi, la qualità della vita, quella sensazione di benessere, della Roma si misura, anche, nella percentuale di passaggi riusciti. Perché in una squadra che tenta di sfidare l'altra sottomettendola alla propria volontà, alle proprie iniziative in possesso, ad invadere sistematicamente il territorio avversario, lo strumento di accesso, più spesso i passaggi appunto, assumono un'importanza cruciale.
E se le carte di Lecce-Roma restituiscono la percentuale di passaggi riusciti più bassa da quando De Rossi siede sulla panchina (77,8%, peggio soltanto nel ritorno di Europa League a Brighton), è più facile iniziare a tracciare la mappa concettuale delle difficoltà incontrate dai giallorossi al ritorno dalla sosta. E ancora: se si restringe il conteggio ai "passaggi medi", quelli tra gli 11 e i 25 metri di lunghezza, la Roma ha toccato il punto più basso della sua stagione con solo il 78,7% di completamento.
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"La qualità della vita"
Lunedì l'#ASRoma ha avuto la percentuale di passaggi completati più bassa da quando c'è #DeRossi: 77,8% (4° peggior dato giallorosso in #SerieA).
78,7% nei passaggi medi (11-25 metri): rappresenta il peggior dato stagionale.— Mirko Bussi (@MirkoBussi) April 3, 2024
Perché se il problema rintracciato a caldo da De Rossi è nell'incapacità della Roma di sopportare la "sporcizia" della partita, questa è stata accumulata anche, se non soprattutto, dalle difficoltà in possesso di Paredes e simili, per poi venir gettata negli occhi dal vento delle transizioni del Lecce. In quella eterna reciprocità che lega le varie fasi del calcio per quanto, a volte, si tenti di separarle. Come attacchi, in fondo, deciderà la maniera in cui potrai essere attaccato di conseguenza.
E se al 21' l'errore tecnico di Bove è tanto macroscopico quanto inatteso da capovolgere rapidamente la direzione del pallone esponendo la Roma a difendersi in inferiorità numerica (5 contro 6), 10 minuti più tardi, al 32', si spiega come la qualità della vita romanista, oggi, dipenda dalla propria efficacia in possesso. Nel secondo caso "fotografato", infatti, si vede come la struttura giallorossa si allunghi (con Ndicka 'staccato' in basso) e si apra (Karsdorp e Zalewski coi piedi sulle linee laterali) fin dove possibile per facilitare le manovre di costruzione. Dal passaggio impreciso di Paredes verso Lukaku, il Lecce può rapidamente accedere ai propri vertici offensivi, Piccoli e Krstovic, lasciati in libertà da Ndicka e Mancini, perché ancora predisposti più a facilitare l'uscita del pallone che a legarsi in marcature preventive che permettano, almeno, di tamponare rapidamente la ripartenza. Invece, la Roma è costretta ad una lunga scappata che poi si chiuderà nel tiro da posizione defilata di Dorgu.
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L'efficacia di una transizione è strettamente legata alla velocità in cui vengono raggiunti i vertici offensivi.
Il Lecce, per struttura, ne presentava 2 e la bassa reattività romanista nel montare preventive ha mostrato diversi casi come questo: pic.twitter.com/rrFfm4hgDD— Mirko Bussi (@MirkoBussi) April 3, 2024
Di lunghe corse all'indietro se ne contano diverse nell'ultima partita romanista, proprio per quell'imprecisione in possesso e per una gestione delle marcature preventive ancora poco reattiva per sostenere l'ambizione della Roma. La più eclatante, che racchiude vari temi al suo interno, è quella che coincide col maggior rimpianto del Lecce, nel tiro impreciso di Dorgu da distanza ravvicinata.
Qui, in un colpo solo, spiccano la densità centrale prodotta dal Lecce che si stringe ben all'interno delle linee corte dell'area di rigore (si spiega così ancor più facilmente la domanda di ampiezza di De Rossi...) e la Roma che prova a forzare il blocco spingendo anche Mancini nel mezzo spazio di destra e riducendo, di conseguenza, le scorte difensive all'1 contro 1 tra Huijsen e Krstovic. Sono 8 i romanisti posizionati o che tentano di smarcarsi sopra la linea del pallone governato da Paredes. Dal passaggio dell'argentino, che chiuderà con la personale percentuale di passaggi riusciti più bassa da quando c'è De Rossi, mangiato da Pongracic, la Roma non rimbalza abbastanza violentemente da poter riaggredire e dunque dovrà impegnarsi in un'altra disperata fuga verso la propria porta con Huijsen e Baldanzi (!) a doversi difendere dal contro-assalto di 4 giocatori del Lecce. Perché da come attacchi, in fondo, discenderà quanto e da cosa dovrai difenderti.
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Sul filtrante di Paredes (peggior % di passaggi riusciti da quando c'è De Rossi) mangiato da Pongracic, la Roma fatica a riaggredire ed è costretta ad un'altra scappata disperata che verrà risolta soltanto dall'imprecisione di Dorgu. pic.twitter.com/XsAzn1Hp3G— Mirko Bussi (@MirkoBussi) April 3, 2024