Post Match - Mancini che fa il Calafiori

24/04/2024 10:51

LAROMA24.IT (MIRKO BUSSI) - "Il calciatore è quello che sa calciare un pallone, il giocatore è quello che conosce il gioco", più o meno così, qualche anno fa, Arrigo Sacchi giocò sui sinonimi per anticipare la sempre più manifesta complessità del calcio. Ad ogni calciatore, qui stavolta il termine è usato fuori dalla distinzione sacchiana, oggi vengono richieste una serie di competenze che hanno progressivamente sfumato i contorni dei ruoli tradizionali.

E nella Roma questo allargamento delle richieste si riflette in più giocatori, con le interpretazioni di Mancini che da qualche tempo appaiono sempre più ingegnose. Se nelle costruzioni del Bologna gli smarcamenti di Calafiori hanno ormai assunto un caso di studio, l'evoluzione del numero 23 romanista pare aver intrapreso un percorso simile.

Se l'imprevedibilità nei posizionamenti di Calafiori è stata anche ridotta lunedì sera rispetto alle abitudini stagionali per la chiara strategia del Bologna di stirare le uscite sulla destra della Roma, dove era chiamato ad arrivare Cristante, Mancini più volte ha proposto smarcamenti particolarmente ambiziosi nelle costruzioni della Roma.

Quello che era già emerso nel derby che gli ha garantito gloria eterna, lunedì ha preso ancora più forma: più volte Mancini ha mostrato di saper leggere e interpretare le scelte di pressione avversaria per andarsi a smarcare sia alle spalle delle prime uscite del Bologna. Ma anche direttamente in zone più offensive del campo. Un'intenzione che non è stata assecondata fino in fondo dai compagni, consegnandogli il pallone, ma che ha mostrato nuovi cenni dell'evoluzione romanista.

E addirittura, in un paio di situazioni del primo tempo, si è visto come il continuo gioco di ruoli che muove il calcio attuale possa persino arrivare a ribaltare i duelli. In una delle frequenti conduzioni di lunedì (arriverà a 447 metri totali, il dato più alto della stagione), Mancini dopo aver giocato su El Shaarawy si getta verso la profondità. Ad occuparsi di lui rimane Zirkzee che lo inseguiva dalla metà campo e si ritroverà, dunque, schiacciato sull'ultima linea e, sulla successiva palla a Paredes, si troverà costretto a tenere la marcatura di Mancini in un improvviso scenario ribaltato. Giocatori, appunto, e non più semplici calciatori.