Post Match - La coperta corta

26/11/2024 14:02

LR24 (MIRKO BUSSI) - Viste le temperature, interne ed esterne, la prima cosa che ha fatto Ranieri è stata quella più premurosa: tentare di allungare la coperta sulle gambe della Roma. L'effetto è stato quello di rannicchiarsi, come sottolineano i numeri del baricentro medio della squadra, posto sotto i 40 metri nei primi 45'. La scelta, inevitabilmente, ha concesso al Napoli di avanzare spesso col pallone: 2° numero di tocchi più alti concesso in stagione nel terzo di campo più vicino alla propria porta, ma offrendo, come via d'ingresso all'area, quella più esterna.

Il 4-4-2 in cui poteva essere sintetizzata la struttura difensiva della Roma nel primo tempo, infatti, garantiva densità centrale ma al prezzo di un'alta esposizione agli 1 contro 1 esterni. Per questo, nell'intervallo, nonostante l'equilibrio fosse ancora salvo almeno nel risultato, Ranieri ha ridisegnato la Roma con un 5-3-2. Risolvendo un problema, sui lati, ma scoprendone un altro, più interno.

Nel primo tempo, infatti, la linea a 4 romanista faticava a gestire le ampiezze estreme proposte dal Napoli. La posizione interna di Di Lorenzo e Olivera, in costruzione, facilitava l'avanzata della squadra di Conte verso l'ultimo settore romanista. Gli inserimenti ripetuti di Anguissa e McTominay ai lati di Lukaku costringevano così i terzini della Roma a rimanere ancorati alla linea difensiva, con l'effetto di concedere comode ricezioni in ampiezza a Politano o Kvaratskhelia.

Così, infatti, arriva il primo spavento appena messo piede in campo: dal lato sinistro, il Napoli si trasferisce a destra, con Politano che può apparecchiare l'uno contro uno ormai all'interno dell'area di rigore. Qui, la superiorità numerica della Roma, con 8 giocatori contro i 6 azzurri negli ultimi metri, viene messa in crisi dalla superiorità situazionale degli avversari: sul cross di Di Lorenzo, infatti, El Shaarawy non riesce ad allungare in tempo la coperta, appunto, e cancellare il posizionamento scomodo di Kvaratskhelia alle spalle di Celik.

 

Al time-out, allora, Ranieri prende la lavagna: fuori El Shaarawy per Hummels, linea difensiva infoltita con la possibilità, ora, per Angeliño e Celik di accorciare prima sulle ampiezze ricercate dal Napoli. Con questa struttura, infatti, l'inserimento di Anguissa o McTominay può essere raccolto più comodamente da Mancini o Ndicka, terzi di difesa.

Se gli 1 contro 1 esterni ora possono essere tamponati in tempo, ad accorciarsi, inevitabilmente, è la coda della seconda linea romanista. Ora, infatti, quando la Roma è costretta a basculare da un lato all'altro, gli spazi intermedi opposti risultano meno controllati. Si nota già al 49', immortalato nella foto 4 del post sotto, quando Di Lorenzo si prende ulteriore campo per sistemarsi dietro Pisilli con il pallone sulla corsia opposta.

È un'anticipazione dello scenario che porterà all'1-0 una manciata di minuti dopo: il Napoli trascina la Roma da un lato all'altro, finché Kvaratskhelia, saltando passaggi intermedi, toglie tempo alle scalate romaniste pescando direttamente Di Lorenzo nel mezzo-spazio opposto. Qui, la coperta romanista è improvvisamente corta, con Angeliño nell'imbarazzo di un 2 contro 1 tra il terzino avversario, ormai negli ultimi 20 metri, e la solita ampiezza di Politano mentre Ndicka è già impegnato da Anguissa e non riesce ad assorbire l'inserimento che porterà al traversone definitivo.

La coperta è corta e a Ranieri, oltre ad essere traghettatore, narratore e futuro dirigente, andrà chiesto anche di fare il sarto. Se non per una sfilata di moda, quantomeno per ripararsi dal freddo.