LA SFIDA NELLA SFIDA: Cassetti vs Sini

29/10/2010 17:12

Marco e Simone, l’uno da Brescia l’altro da Milano provincia, un 33enne opposto ad un mancino 18enne, esperienza e gioventù a confronto con un tratto in comune: il passato del romanista coincide col presente del leccese. Il Salento, che fu trampolino per Cassetti verso il grande calcio, nelle speranze di Sini è la cornice per “farsi le ossa”, l’opportunità per riproporsi a Roma a fine stagione con i ‘galloni’ del difensore di categoria, pronto a far parte della rosa di un top club. Tre quinquenni di differenza tra i due e il verbo Roma coniugato in tutti i tempi: passato, da Primavera aggregato in settimana alla prima squadra, per il più giovane; presente per il romanista; e futuro con scadenza 2011 per Marco da Brescia, a lungo termine e tutto da disegnare per Simone da Sesto San Giovanni, qualora da crisalide si trasformi in farfalla.

SINI 18 anni appena compiuti, il ‘giovin Simone’ ha già percorso lo stivale dal nord al sud prima di fermarsi nella capitale e ritornare ancora al sud. Il difensore nasce in provincia di Milano, Sesto San Giovanni, dove conosce solo l’ufficiale dell’anagrafe, infatti si trasferirà presto a Palermo per esigenze lavorative del papà. Anche la Sicilia è solo una tappa di un tour che lo conduce a 8 anni a Roma: qui, nel cuore dell’Italia, il piccolo Simone tira i primi calci. Lo farà a Via del Baiardo, storica dimora del Tor di Quinto, società col vizio di scovare e lanciare talenti (i vari Tempestilli, Desideri, Materazzi, Zauli e la lista proseguirebbe… ).

Anche Sini partì da lì, addirittura tra i pali, come in un torneo disputato al Flaminio, dove ottenne anche un premio, tuttavia sgradito per via del ruolo. Era un giocatore, si sentiva un difensore. Poco tempo e l’avrebbe dimostrato. Nell’estate del 2006 l’occhio della Roma si sofferma sul longilineo mancino e lo preleva dalla società dei Testa per inserirlo nei giovanissimi nazionali. Ecco l’incontro con Stramaccioni, “il numero uno” per sua stessa ammissione. Scudetto, con firma di rigore nella finale, e Nike Cup al primo colpo: Sini apparecchia la scalata alle categorie superiori. Passerà per gli allievi fino a diventare punto fermo della Primavera di nello scorso campionato, nel mezzo comincia la trafila con tutte le nazionali giovanili fino all’Under 19 di Zoratto. A Trigoria si accorgono di quel ’92 risoluto ed elegante (come tradizione dei mancini pretende) e lo aggregano agli allenamenti della prima squadra. Poi l’estate, a Sini non entra più la maglia da baby, è pronto per il grande salto: va al Lecce in prestito, tanto per vedere l’effetto che fa confrontarsi con la massima serie.

29 agosto 2010, una data da cerchiare in rosso per Simone. A San Siro la prima del Milan è l’occasione per una presentazione in stile holliwoodiano del “Grande tradimento” regia di Galliani&Raiola, sul tappeto del 'Meazza' sfilano tutti i 195 centimetri da 9 milioni a stagione di Ibrahimovic Zlatan. Dall’altra parte lo sparring partner è il Lecce, le luci di San Siro e lo sbrilluccichio del nuovo acquisto rossonero oscurano gli 11 di De Canio, tra cui compare anche Sini Simone. Poco più di un paio di mesi prima impegnato nelle final-eight del campionato Primavera, oggi dinanzi a Pato, Ronaldinho e compagnia bella. Un battesimo di fuoco, terminato con il poker milanista nonostante Sini emerga come il migliore della trivellata difesa salentina. Il pulcino cresciuto a Via del Baiardo, era appena diventato calciatore di Serie A a San Siro.

CASSETTI Ad un paio di generazioni prima appartiene Marco Cassetti, bresciano classe ’77. Cresciuto calcisticamente nel Lumezzane, il terzino romanista approda, dopo la parentesi di una stagione al Montechiari, nell’Hellas Verona dove all’alba del primo campionato del nuovo millennio debutta in A (Bari-Verona 1-1 del 30 settembre 2000). Tre stagioni in Veneto, in una squadra che annoverava gli allora semi-sconosciuti Mutu, Camoranesi e Gilardino, oltre al collega di reparto Oddo. Complice la concorrenza, oltre che dell’esterno oggi al Milan anche dell’esperto Apolloni, il 26enne Cassetti fatica a trovare spazio ed è spesso avanzato sulla linea dei centrocampisti. La retrocessione nel 2002, paradossalmente, è una mano santa per Marco che gioca da protagonista una stagione in cadetteria, in una formazione scevra dei talenti che hanno traslocato per mantenere la massima categoria. Così Marco da Brescia si esprime con continuità su buoni livelli e al termine del campionato gli varrà la chiamata del Lecce di Delio Rossi che affida i binari esterni all’ex Verona da una parte e a Max Tonetto dall’altra, prima versione di un binomio che verrà riproposto anche a Roma. 30 presenze e 5 gol al primo campionato, ma il bello deve ancora venire. Il bello è Zdenek Zeman.

Salutato un maestro di calcio come Rossi, sulla panchina salentina si siede il boemo. Il messaggio evangelico di Zdenek tocca la Puglia: corsa, inserimenti e straordinarie trame offensive, il tutto su un fortemente teso all’attacco. Estati per gli avanti (un tale Vucinic ne fece 22 quell’anno…), un po’ meno per i difendenti. Quindi l’ultimo anno in Salento, stagione complicata, l’avvicendamento di tre allenatori, l’incubo della retrocessione concretizzatasi con di anticipo.

Lo svincolato Cassetti riceve comunque la chiamata da Trigoria, dove gli propongono un triennale. In poco tempo si prenderà la fascia destra dell’Olimpico. L’estate seguente da Madrid hanno appena impacchettato e spedito a Fiumicino Cícero João de Cézare, noto ai più come Cicinho, laterale ex Real da 9 milioni di euro, questo recita il suo bigliettino da visita. Di lui a distanza di 3 stagioni si ricorda la ressa dei tifosi giallorossi per accoglierlo all’aeroporto il giorno del suo arrivo e null'altro. Il brasiliano dovrà arrendersi all’affidabilità del bresciano, in grado di adattarsi anche sulla corsia sinistra all’occorrenza.

Tre stagioni "ordinate" nella capitale, ma si sa, per entrare nei cuori dei romanisti serve qualcosa di speciale: arriverà una fredda domenica sera dello scorso dicembre. Il derby, la gara attesa e sognata per un’intera stagione. 90 minuti che bloccano un'intera capitale. Il risultato non si schioda dallo 0-0, tanta la paura di perdere, poi un lampo: 1-0 Roma. , , Vucinic? Macchè, Cassetti Marco, che con una girata sporca consegna la stracittadina ai tifosi giallorossi. La corsa incredula sotto la Sud, i calci ai cartelloni pubblicitari. Poi Marco si rimette al suo posto, lì sulla destra, chilometro dopo chilometro, con la solita abnegazione e la brevettata affidabilità che da 4 stagioni ne fanno uno dei punti fermi dell’11 romanista.

Cassetti e Sini, generazioni a confronto, si sfideranno sabato sera alle 18 allo stadio Olimpico. Sarà la prima volta uno contro l’altro, anzi potrebbe esserlo, perché se per il romanista una maglia da titolare è assicurata, per il leccese non è lo stesso. Simone ci proverà e ci spererà fino all’ultimo di tornare da calciatore di Serie A, nella à dove è cresciuto. Cassetti e Sini, il e il mancino, entrambi dal fisico asciutto, sbocciati nel Lecce e affermati nella Roma. Il primo ce l’ha fatta, il secondo vuole emularlo.



                                 STATISTICHE A CONFRONTO



                          

                                         Cassetti                            Sini

Data di nascita:                 29-5-1977                    9-4-1992

Altezza:                              187 cm                         184 cm

Peso:                                   80 kg                             75 kg

Nazionalità:                        Italiana                        Italiana

Presenze in A:                        233                               2

Gol in A:                                 13                                0



Mirko Bussi