LA SFIDA NELLA SFIDA: Borriello vs Matri

21/01/2011 13:12

Nel ’96, quando il rossoblu era ancora un bambino dodicenne e il giallorosso appena quattordicenne, assaporano il gusto di immaginarsi giocatore, ammirando da vicino le prodezze dei vari Weah, Simone, ispirati dalle invenzione di Baggio o Savicevic. Sognando, un giorno, di essere al posto dei protagonisti di quel Milan tritatutto di Capello. Bomber lo diventeranno, anche se per i due la maglia rossonera rimarrà, parzialmente o totalmente, una chimera.

MATRI – L’attaccante di Sant’Angelo Lodigiano, provincia di Lodi, percorre ben presto le poche decine di chilometri che lo dividono da Milano. A 12 anni inizia la trafila nel settore giovanile di via Turati, a cui rimarrà legato per 10 anni, prima di essere scaricato al Rimini nella stagione 2006-07. Nel frattempo riuscirà tuttavia a debuttare in massima serie con la squadra che lo ha allevato. Nel maggio del 2003, infatti, un Milan proiettato verso la finale di poi vinta sulla , schierò nell’ultimo impegno di campionato contro il Piacenza una squadra infarcita di giovani e ultra-riserve. Finirà 4-2 per i padroni di casa, ma poco importa. Alessandro aveva raggiunto il primo obiettivo: esordire in A con la maglia per cui ha fatto il tifo fin da bambino. Titolare e in campo per 71 minuti, prima di lasciare il posto a tale Roberto Bortolotto, oggi precipitato al Tritium, Lega Pro seconda divisione.

Il diciottenne Matri scriveva il primo paragrafo della sua storia in A, che sarebbe coinciso con l’unico a tinte rossonere. Difficile trovar spazio nella squadra campione d’Europa che vanta attaccanti come Shevchenko, Inzaghi, Rivaldo e soci. Non v’è spazio neanche nelle retrovie, occupate da un attaccante mancino di 21 anni che unisce un piede niente male ad un fisico da corazziere. E’ Marco Borriello, tornato alla casa madre dopo la parentesi all’Empoli. Ha il via, quindi, il tour delle province di Matri. Esperienze non catalogabili come fortunate, per le sorti di squadra. Nel 2004-05 è al Prato, in C1, dove trova spazio con continuità realizzando 5 reti. L’anno culminerà con la retrocessione dei bianco azzurri, stesso destino del Lumezzane l’anno successivo quando Alessandro da Lodi realizza 13 centri, inutili ai fini della salvezza. Ma gli osservatori del Rimini non rimangono insensibili alle sue prestazioni. Agli ordini di Acori disputa la prima stagione in B collezionando 4 reti in 28 presenze, di lui colpisce lo straordinario lavoro ‘sporco’ a favore dei compagni. Tanto basta al Cagliari per acquistarne la metà del cartellino l’anno successivo: indosserà la quarta maglia in altrettante stagioni. E’ il momento di fermarsi. Per arrestare la giostra è necessario dimostrare di poter guidare l’attacco di una squadra di massima serie.

Pronti-via e l’impatto è fragoroso: il battesimo dei sardi nel 2007-08 avviene al San Paolo di . Minuto 50, Foggia da destra effettua la ‘frisata’ marchio di fabbrica degli esterni di Giampaolo, Fini addomestica col petto servendo Matri che da dentro l’aerea fulmina Iezzo in diagonale. Finirà 0-2 per gli isolani. Nonostante i tre allenatori alternatisi sulla panchina cagliaritana, a fine stagione risulterà il più presente della rosa, con 36 apparizioni. 7 i timbri personali apposti alla prima stagione in A, stesso bottino dell’anno seguente quando Cellino se lo assicura ‘interamente’ sborsando quasi 2 milioni e mezzo. Lo scorso campionato rappresenta la definitiva consacrazione del 32 rossoblù che oltre ad andare in doppia cifra (saranno 13 le esultanze), si guadagna un posto nella storia del club andando in gol per 7 partite di fila eguagliando un record intatto da circa 40 anni e stabilito da Gigi Riva. Infine quest’anno, nel quale l’attaccante classe ’84 si è esibito per 9 volte nella bizzarra imitazione del fenicottero che fa da corredo a ogni suo gol (show eseguito insieme al compagno Lazzari). Nei 9 gol c’è anche una doppietta alla Roma nella gara d’andata, quella che segnò l’inizio della storia in giallorosso di Marco Borriello. Incroci del destino.

BORRIELLO – Più grande di 2 anni rispetto al collega del Cagliari, Marco Borriello nasce nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Prima che “il motorino, le amicizie così così rischiassero di rovinarmi” come ammise tempo dopo, il quattordicenne Marco ha già scalato l’Italia, selezionato da Baresi e Colombo. Curioso che già allora la Roma si interessò al promettente centravanti salvo poi ripensarci in virtù del ‘tutto esaurito’ appeso sul portone della foresteria di Trigoria. Bisognerà aspettare altri 14 anni per vedere Borriello nella capitale. In rossonero disputa un campionato di Allievi nazionali per poi traslocare a Treviso dove disputerà il campionato primavera con una media di quasi un gol a partita (12 in 13 presenze). Ben presto la maglia dei giovani sta stretta a Marco che nell’inverno del 2001 si trasferisce a Trieste in C2. E’subito promozione, con gol nella finale play off, che gli vale il biglietto di ritorno a Treviso, stavolta per far parte della prima squadra.

10 gol in C1 che sembrano vidimare definitivamente la crescita di questo attaccante, raro esemplare di connubio tra tecnica e forza fisica. Infatti, l’anno dopo torna alla base. Giusto 6 mesi durante i quali fa in tempo a debuttare in nella trasferta di Lens e a mettere la firma sul tabellino nel 5-1 all’Ancona negli ottavi di Coppa Italia. A gennaio si riparte direzione Empoli dove segnerà il primo gol nel massimo campionato, nel 3-1 al Piacenza (contro cui Matri aveva esordito…). Aveva buttato il primo pallone in rete in serie A. Marco ringrazia, saluta e torna a Milanello, dove il reparto d’attacco non è meno folto e prestigioso di quando lo aveva lasciato. Una stagione in ombra e di nuovo prestato, stavolta al sud, più precisamente a Reggio Calabria per disputare il primo torneo con continuità, 30 presenze e 2 gol più un altro in Coppa Italia il suo score. ‘Mordi e fuggi’ di nuovo, per lui c'è la Sampdoria, primo approccio con la à che due anni dopo lo vedrà esplodere in tutta la sua prolificità.

Marco non ha però ancora trovato la sua dimensione per esprimersi, così a gennaio 2006 torna al Treviso che lo aveva lanciato ad inizio percorso. Va meglio (20 presenze e 5 gol in 5 mesi) ma non è lo scatto decisivo. A 24 anni Marco da San Giovanni a Teduccio è a un bivio: esplodere definitivamente o rimanere nell’anonimo limbo di chi prometteva ma non mantenne. L’anno successivo, nuovamente al Milan, è un precipizio dalla prima metà dell’anno in cui riesce a ritagliarsi qualche spazio in più alla positività al test anti-doping al termine della gara con la Roma. di tre mesi e stagione cestinata. Ma nel momento più buio, la chiamata da Genova, stavolta versante rossoblu appena tornati in A, è la fatidica luce in fondo al tunnel. Gli schemi di Gasperini gli si cuciranno addosso come un abito su misura. Risultato: 19 gol stagionali e qualche tabù abbattuto come la prima doppietta (alla Lazio) e la prima tripletta (all’Udinese) in A. Stavolta il Milan lo riprende intestando a un assegno da 7,5 milioni di euro per riacquistarne la metà ceduta 12 mesi prima. Non sembra dover funzionare la favola con i rossoneri. Prima il menisco, poi qualche (troppi) intoppo muscolare lo tiene a guardare per quasi tutta la stagione. La ‘capa tosta’, come direbbero dalle sue parti, di Marco non si ferma di fronte agli infortuni e lo scorso anno da novembre ha preso le redini dell’attacco di Leonardo siglando 15 gol stagionali.

“Grazie, ma prendiamo Ibra”, la risposta da via Turati. Così, con lo svedese a Milano, Borriello ha preso la via di Roma, come a scoprire che destino avrebbe avuto se 14 anni prima fosse finito a Trigoria piuttosto che a Milanello. 7 mesi appena nella capitale per fare apprezzare pregi (parecchi) e qualche difettuccio (pochi e relativi al ‘galateo’ di campo). A 28 anni e mezzo, l’ex bomber di e Milan vuole recuperare il tempo perduto. Forse così si spiega quell’atteggiamento ‘in guerra col mondo’ durante i 90’. Sbraita, urla, si sbraccia ma soprattutto sforna gol a getto continuo. 14 anni dopo, Roma ha scoperto il bello del gol.

Marco e Alessandro, qualche anno e parecchi gol dopo, si ritrovano contro. Ieri compagni, sabato sera avversari. Loro, belli e bravi. A testimoniare il primo attributo ci pensano le pagine patinate dei settimanali rosa con la costante presenza di un'avvenente compagna, per il secondo basta dare uno sguardo ai loro numeri: 50 gol complessivi negli ultimi tre anni e mezzo per il napoletano, 38 coppe comprese dal suo debutto in A per il lodigiano. Sabato Roma e Cagliari puntano su di loro, sugli attaccanti da copertina cresciuti e poi rinnegati da papà-Milan e ora a far fortuna per l'Italia. Come se fosse un film…

                               STATISTICHE A CONFRONTO

                                    Borriello              Matri

Data di nascita:     18-6-1982           19-9-1984

Altezza:                        182 cm                183 cm

Peso:                            76 kg                   80 kg

Nazionalità:              Italiana                 Italiana

Presenze in A:            169                       123

Gol in A:                         54                         34



Mirko Bussi