LA SFIDA NELLA SFIDA: Doni vs Antonioli

14/01/2011 01:08

ANTONIOLI – 3 campionati italiani, 2 supercoppe di Lega, 2 coppe campioni, 1 Supercoppa Europea, 1 Intercontinentale. Il palmares è di quelli da far tremare le gambe e porta la firma di Francesco Antonioli da Monza, classe ‘69 e titolare del neopromosso Cesena. La carriera da professionista di Batman (nome di battaglia datogli da Carlo Zampa durante la stagione dello scudetto) inizia al Monza, nella sua à, nel lontano 1986, e poi arriva al Milan che lo lascia ‘crescere’ in prestito a Cesena e Modena. Nella stagione 1991/1992 torna a Milanello e ci resta per due stagioni, memorabili: sotto la guida tecnica di Fabio Capello sono molti i trofei da mettere in bacheca per Antonioli, nonostante la maglia da titolare persa quasi subito a favore di Sebastiano Rossi e le sole 16 presenze complessive. Nel primo anno rossonero, trova anche la gioia della vittoria agli Europei Under 21. Abbandonata la à della Madunina, Francesco riparte prima dal Pisa , in serie B, poi dalla Reggiana, tornando nella massima serie. Le buone prestazioni lo portano così, nella stagione 1995/1996 al guidato da Renzo Ulivieri: nel capoluogo romagnolo, Antonioli trova l’ambiente più consono a lui. Porta i rossoblù in Serie A il primo anno, poi si gode tre salvezze tranquille condite dall’insperata vittoria della Coppa Intertoto. Poi d’improvviso ecco la chiamata importante: appena giunto a Roma nell’estate del 99, Fabio Capello, già suo allenatore al Milan, sceglie proprio Antonioli come estremo difensore titolare e al secondo anno tra i pali giallorossi è scudetto.

Certo, il cammino del numero 1 giallorosso non è per niente in discesa nonostante compagni di reparto del calibro di Samuel, Aldair e Zago: qualche disattenzione di troppo, tra cui una memorabile papera all’Olimpico contro il Perugia ‘tamponata’ da un tempestivo intervento di Capitan a calmare le coronarie dei tifosi allo stadio, e un conseguente rapporto non idilliaco con l’ambiente romanista portano Antonioli a sentirsi sempre figlio di un dio minore in una Roma stellare. Tra alti e bassi altre due stagioni, per complessive quattro, nella Capitale raccogliendo più di 100 presenze e poi via a parametro zero alla Sampdoria per una stagione soltanto. Il passo successivo è il ritorno tra le mura amiche di , con un’altra promozione in serie A. Il resto è storia recente: è la favola del ragazzino che alla soglia dei 40 anni porta sulle sue spalle il Cesena a vivere il sogno del ritorno nella massima serie dopo un ventennio con la fascia da capitano al braccio.

 

DONI – Cosa pensereste di un giocatore che pur di arrivare il prima e il più facilmente possibile in Italia, paga di tasca sua il viaggio aereo e i 18 mila euro della clausola rescissoria? Sicuramente la risposta sarebbe condita da aggettivi di meraviglia e di simpatia. Non proprio gli stessi aggettivi che da un paio di anni a questa parte si è guadagnato, da una cospicua parte della tifoseria giallorossa, Doniéber Alexander Marangon. O più semplicemente Doni, giovanotto di 194 centimentri nativo di Jundai, comune dello stato di San Paolo, e prima di diventare giallorosso tesserato con la Juventude, dopo vari trascorsi con Corinthians, Santos e Cruzeiro. La sua carriera a Roma fino alla stagione 2008/2009 è un crescendo continuo: parte secondo a disposizione di Spalletti, tra la stellina Curci e la meteora Eleftheropulos, si guadagna la maglia da titolare esordendo in un derby al cardiopalma (per la cronaca finì 1-1) e mantiene la solidità dei pali giallorossi, nonostante qualche svarione (come dimenticare la palla sfuggitagli a San Siro contro l’Inter nella serata del favoloso pallonetto di a Julio Cesar?). Le due stagioni successive confermano sia i meriti sia i difetti di questo silenzioso portierino brasiliano che si conquista un posto anche nella nazionale brasiliana guidata da Dunga che vince la Coppa America grazie alle parate proprio di Doni e ai gol di Julio Baptista. Ironia della sorte, due tra i giocatori più fortemente detestati dalla tifoseria giallorossa negli ultimi mesi e più decisamente sul mercato. Sì perché la favola dell’estremo difensore sudamericano si affievolisce col trascorrere della sfortunata stagione '08/'09 in cui i difetti aumentano, i pregi scemano, e la Roma manca l’obiettivo .

Il punto più basso di Doni nella Capitale è sicuramente il derby di ritorno, giocato a Pasqua: quattro gol presi, di cui almeno tre per gravi errori del numero 32. Si parlerà a lungo delle precarie condizioni fisiche in cui dovette giocare quella partita e anche le precedenti, fatto sta che da quel giorno per Doni è un’alternarsi di tribune e panchine, a causa anche dell’esplosione di Julio Sergio, suo compagno al Santos. In più, gli unici gettoni di presenza sono caratterizzati da prestazioni di basso livello (Panathinaikos docet). Soltanto nelle ultime partite, Doni, chiamato in causa qualche volta per l’assenza di Bertagnoli e difeso da tutto il gruppo con in testa , sembra essere tornato su discrete prestazioni, tanto da spingere noi de LAROMA24.IT a creare un sondaggio circa le gerarchie dei pali giallorossi. Il calciomercato è ancora aperto e Doni resta uno dei probabili partenti, ma le recenti apparizioni in campo del 31enne fanno ben sperare, in caso di una permanenza a Trigoria, in un’ottica di sana concorrenza tra le fila dei portieri a disposizione di mister Ranieri. 

STATISTICHE A CONFRONTO

                                                 Doni                Antonioli

Data di nascita:                  22-10-1979          14-9-1969

Altezza:                                  194 cm             187 cm

Peso:                                      91 kg                  82 kg

Nazionalità:                         Brasiliana              Italiana

Presenze in A:                         136                        321

Gol subiti in A:                         137                         379 

Giordano Giusti