LA SFIDA NELLA SFIDA: Burdisso vs Palacio

19/02/2011 13:28

Lontani alla nascita, così vicini in campo, dove ruoli e compiti antitetici li portano a duellare, a contendersi la stessa zona di campo. Attaccante dal fisico esile Rodrigo, difensore roccioso di quelli che è meglio tenersi amico Nicolas. In comune la nazionalità, che si traduce in quelle proverbiali peculiarità caratteriali di chi è transitato per ‘La Bombonera’ e dintorni. Nella casa del Boca Juniors si sono svezzati prima di fare il ‘grande viaggio’. Quello sognato da tutti i sudamericani: sbarcare in Europa, continente del football competitivo, imprescindibile test per entrare nell’Università del calcio. L’hanno fatto, chi prima (Burdisso, giunto a 23 anni nell’elite italiana), chi dopo (Palacio, balzato al volo su uno degli ultimi traghetti per sbarcare in Liguria).

PALACIO –Ventinovenne di Bahia Blanca, Rodrigo ha nel sangue lo sport. Infatti il padre è stato una bandiera dell’Olimpo de Bahia Blanca quasi 20 anni prima. Nel 2002, dopo gli inizi in una squadra locale, passa all’Huracán de Tres Arroyos. Vi rimarrà una stagione, quanto basta per siglare 15 reti e ricevere la telefonata dal Banfield, dove rimarrà altre due stagioni condite da 9 marcature. Nel 2005 la svolta, ecco la chiamata dal Boca Juniors: la dirigenza xeneizes punta sulla seconda punta dalla capigliatura bizzarra (il suo marchio di fabbrica, capelli corti con un codino che parte da dietro la testa) per lanciare l’assalto alla Coppa Libertadores.

Alla ‘Bombonera’ troverà anche il suo alter-ego perfetto. La forza fisica di Martin Palermo fa da contraltare alle serpentine sguscianti della ‘joya’, il gioiello come fu ribattezzato in patria. 131 preseneze e 54 gol per chi non fa della freddezza sotto porta una delle sue doti migliori rendono criptico il disinteresse dell’Europa. Poi, nel luglio del 2009, ci pensa il di ad offrirgli la grande chance. Palacio l’afferra al volo e dopo aver messo in valigia le due Recopa Sudamericana, la Coppa Sudamericana, un torneo d’Apertura, uno di Clausura e una Libertadores, bottino dei 4 anni in gialloblu. Quindi l’Europa, la Serie A, il dove grazie alla sua duttilità che gli permette di trovare spazio sia da ala nel 3-4-3 dogma gasperiniano di ieri, sia come secondo attaccante nel più moderato 4-3-1-2 di Ballardini oggi.

BURDISSO - Speculare, ma in anticipo, il percorso di Nicolas. Un anno più grande del connazionale, l’argentino di Altos de Chipión viene arruolato tra le fila del Boca fin da giovanissimo. Nel 99’ il debutto nella Primera Division, nella quale trionferà per due volte (nel 2000 e nel 2003). Sotto l’egida di Carlos Bianchi, otterrà presto le redini della difesa degli xeinezes, realizzando la “Triple Corona” nel 2000 (campioni d’Argentina, d’America e infine del Mondo). Nel 2004 le sue prestazioni riscuotono l’attenzione di Appiano Gentile, dove gli uomini mercato interisti lo blindano con un quadriennale. Ma il destino si metterà di traverso. Pochi mesi di Inter e di calcio italiano e Burdisso è costretto a interrompere il proprio sogno. Si renderà disponibile anche alla rescissione del contratto, visto l’ovvio desiderio di stare vicino alla figlioletta. Proposta scartata da Moratti che punta sull’argentino e lo attenderà per un anno. Fino al 16 ottobre 2005, quando tutto San Siro tributa un commovente applauso al rientro in campo del difensore. La rosa extra-large dei nerazzurri non consente un impiego a tempo pieno, ma racimolerà 140 presenze in 5 stagioni, impreziosite da 4 scudetti (di cui uno a tavolino), 2 coppe Italia, 2 edizioni di Supercoppa Italiana. Quinquennio di alti, con l’inedito titolo di capocannoniere della Coppa Italia nel 2006-07, uno spirito d’adattamento innato che lo porta a reinventarsi centrocampista difensivo con Mancini, ma anche di bassi, come le disattenzioni e le ruvidità che accompagnano i suoi primi anni all’Inter e la macchia della maxi europea (6 giornate) a seguito di un pugno da rottura del setto nasale per Navarro, difensore del Valencia.

Quindi, sul tramontare dell’agosto 2009, la Roma. Prestito secco di un anno senza pagare un euro. “Un affare”, “macchè una sciagura”. Nella capitale le voci sono divise tra chi lo accoglie come valido rinforzo e chi lo inquadra come novello-Loria. Spalletti lo assaggerà per due partite (la prima col , senza neanche il tempo di cambiarsi), Ranieri si gusterà comodamente la grinta, il temperamento e l’abnegazione dell’ex Inter. Risultato: al termine della scorsa stagione, Nicolas ha scalzato Mexes, sigillando insieme a Juan la porta giallorossa. Nell’estate, il tecnico romanista ne chiederà in pubblico l’acquisto definitivo. Ad agosto il gioco e fatto, otto milioni dentro le casse nerazzurre e la famiglia Burdisso si allarga, a Trigoria trova posto anche il fratello Guillermo. Con 47 presenze in campionato, infarcite di 3 gol, si chiude l’album dei ricordi sul primo anno e mezzo di Nicolas a Roma.



Burdisso e Palacio, gli allievi della ‘Bombonera’, giunti nell’Università del calcio e domani attesi dall’ennesima verifica. Il romanista, a causa della moria di esterni bassi, costretto a traslocare sull’out dove incrocerà spesso le traiettorie del genoano che ama partire dal versante mancino. Saranno uno contro l’altro. Con l’ardor y la vehemencia.

                              STATISTICHE A CONFRONTO:

                                     Burdisso:                  Palacio:

Data di nascita:          12-4-1981               5-2-1982

Altezza:                             182 cm                 175 cm

Peso:                                  81 kg                    66 kg

Nazionalità:                   Argentina              Argentina

Presenze in A:                    140                            42

Gol in A:                                 7                             9

 

Mirko Bussi