LA SFIDA NELLA SFIDA: Perrotta vs Brighi

28/09/2011 16:55

 SI PARTE DA LONTANO – Dall’inizio. Simone Perrotta nasce ad Ashton, vicino Manchester, come ci ripetevano in continuazione prima del ritorno di un quarto di finale di mai disputato. Giovanissimo si trasferisce in Calabria e comincia a muovere i primi passi in un campo da gioco. A 13 anni viene notato dalla Reggina: dopo la scalata dai Giovanissimi alla Primavera nel 2005 arriva l’esordio a 16 anni. E’ anche l’anno della promozione in Serie B della squadra calabrese. A 1000 chilometri di distanza, un copione simile: Matteo Brighi nasce nel 1981 a Rimini. Nel boom della movida romagnola degli anni ’90 cresce un ragazzo che calcia i primi palloni nella squadra della parrocchia: lo nota la squadra locale, il Rimini Calcio, militante in serie C2. Dal 1998 fa parte della prima squadra, ma l’esordio avviene nella stagione 1998-1999: 10 presenze ed un gol per il giovanissimo Brighi, che di lì a poco comincerà a far gola alle big della Serie A.

 

LA CONCORRENZA IN BIANCONERO – Inizio simile, consacrazione nell’inferno delle serie minori, paradiso della Serie A raggiunto con la maglia bianconera. Anche qui si sfiorano, senza toccarsi, le carriere dei nostri due centrocampisti. Perrotta lascia la Reggina e approda alla nel 1998. Lippi in panchina, Deschamps, , Tacchinardi e Davids chiudono le porte della prima squadra al giovane calabrese, che totalizza solo 11 presenze, di cui una in Due anni dopo, la di prende Brighi dal Rimini. Acquisto non facile per i bianconeri: già nel 99’ il riminese era stato vicino a vestire la maglia zebrata, ma, in piena coerenza con lo stile di una vita, il 18enne Matteo decise di terminare gli studi con calma nella sua Romagna. Mentre la Roma di Capello si avviava verso il terzo scudetto, il giovane Brighi esordiva in Serie A contro il .

 

CONSACRAZIONE IN PROVINCIA , è presto”, sembrano dire i due mediani: tanta corsa e personalità, ma poca esperienza per un contesto come quello di Moggi-landia. Perrotta va al Bari nel 1999: vi trova Osmanovski, Andersson e un giovane Cassano, manca di poco Zambrotta, ceduto proprio quell’anno. Forte della fiducia di mister Fascetti, con i biancorossi il centrocampista calabrese colleziona 56 presenze e un gol in due stagioni. Diverso il percorso di Brighi: utilizzato spesso come merce di scambio, la lo gira a mezza Serie A. Il primo anno fuori dal Piemonte lo passa a . Guidolin stravede per questo centrocampista tutto corsa e quantità, che riesce a timbrare il cartellino ben 32 volte in una sola stagione. Il ritorno a Torino nel 2003 dura ben poco: la prende Di Vaio dal Parma e spedisce il vagabondo Brighi in terra emiliana. Il riminese trova meno fortuna rispetto al passato bolognese: i continui infortuni ne pregiudicano l’utilizzo e benché goda della fiducia di mister Prandelli riuscirà a giocare solo 11 partite in stagione.

 

CHIEVO, MIRACOLO E LACRIME – Questo quartiere di Verona accomuna le due carriere, dividendole tra gioie e dolori. Perrotta è parte del miracolo Chievo targato Del Neri: gioco spumeggiante, acquisti azzeccati e fame da grande, questi gli ingredienti che fanno raggiungere ad un piccolo quartiere di Verona il 5° posto in Serie A. E così l’anno dopo, 7° posto. Tutta l’Europa si ferma a guardare questa squadra che dal nulla creò un vero e proprio caso calcistico. E a centrocampo, a proteggere la sapienza tattica di un Corini a dir poco decisivo, c’è proprio Perrotta. Il terzo anno è quello che sancisce la fine del sogno: la mancanza di continuità nel progetto rende necessaria la svendita di alcuni gioielli come Legrottaglie e Luciano (fu Eriberto). I clivensi arrivano al 9° posto ma la favola è già finita. Sul “vissero felici e contenti” arriva Brighi, non senza passaggi intermedi. Dopo un anno al Brescia e un ennesimo ritorno alla , nel 2004 è stato acquistato dalla Roma che, per prendere proprio Perrotta, lo gira subito al Chievo, in piena crisi da risveglio. Il declino è inevitabile e in tre anni i veronesi non riescono a riprendere lo smalto degli anni precedenti: nel 2007 è retrocessione.

 

CAMPIONI D’EUROPA – Il palmares dei due centrocampisti finora non è esattamente di primissimo livello. Ma anche a questo punto le carriere di Perrotta e Brighi si intrecciano. Nel 2000 Perrotta diventa campione d’Europa con l’under 21 di Marco Tardelli. Sono gli azzurrini di Pirlo, Gattuso, e tanti altri dal futuro a dir poco roseo.  Edizione successiva, 4 anni dopo: ancora un oro per l’under 21, stavolta guidata da Gentile. L’Italia di Gilardino (capocannoniere del torneo), e, per l’appunto, Brighi. Il centrocampista riminese non sarà poi convocato per le Olimpiadi di Atene del 2004.

 

DA GIALLOROSSI, IL FALSO DOPPIONENel 2004 Perrotta sbarca a Roma. Anni difficili nella Capitale: Capello è appena scappato a Torino portandosi Zebina ed , Prandelli è chiamato a ricostruire un collettivo che ha sicuramente ottenuto meno di ciò che meritasse. Ma l’attuale CT della Nazionale lascia presto la panchina giallorossa per i motivi famigliari che tutti conosciamo. Arriva Voeller, che dura 4 giornate. Nel più totale caos in casa Roma, arriva Del Neri, che ritrova così quel mediano che tanto lo aveva gratificato negli anni clivensi. Spogliatoio spaccato, dirigenza assente e stampa inferocita: anche Del Neri lascia la Capitale. Arriva Spalletti, colui che trasformerà Perrotta in un bomber. Nel corso della prima stagione sulla panchina della Roma, il tecnico di Certaldo sperimenta varie soluzioni tattiche, che trovano compimento nel perfetto  : unica punta e 5 uomini che senza palla attaccano lo spazio nell’area avversaria. Il trequartista è forse il ruolo più delicato in questo modulo e viene affidato a Perrotta, quanto di più lontano dal concetto di numero 10 dai piedi sopraffini. Basti un dato a rendere l’dea: un centrocampista che nella sua carriera ha segnato 8 gol in 9 stagioni, ne segna 28 nelle prime tre in giallorosso. Brighi giunge a Roma nell’estate del 2007. Le sue caratteristiche fanno di lui un vice Perrotta ideale, ma soprattutto idealizzato. Non la pensa così infatti mister Spalletti, che schiera il riminese prevalentemente in mediana quando è assente uno tra e Pizarro. Emblema la partita di Empoli, dove Brighi parte dal primo minuto al fianco di Pizarro con Perrotta trequartista. Il match finisce 2-2, con il primo gol del centrocampista romagnolo con la maglia giallorossa.

 

VERSO BERGAMODopo l’addio di Spalletti la Roma cambia assetto tattico: dal si passa ai rombi “srombati” di Claudio Ranieri, nei quali Brighi e Perrotta si ritagliano un ruolo diverso. Il primo colleziona 60 presenze in due anni (compreso il periodo-Montella), il secondo 75. Estate 2011, arriva Luis Enrique. Il possesso palla voluto dall’asturiano mal si concilia con le attitudini dei due centrocampisti: uno è di troppo e Brighi viene ceduto in prestito all’Atalanta con la formula del prestito secco. Sabato sera il romagnolo tornerà da avversario all’Olimpico: “Se segno esulto, non offenderei nessuno”, le sue parole alla vigilia.

 

Antonio Paesano