06/01/2012 19:28
UN AMERICANO PER PALLOTTA - La voce insistente del mercato estivo. La nuova Roma di DiBenedetto e Pallotta, nel tentativo di rifondare la squadra, cercava un giocatore che potesse pubblicizzare il marchio a casa loro. Il nome di Bradley è stato uno dei più utilizzati dalla critica insieme a quello del famosissimo attaccante dell'Everton Donovan, vera e propria stella e simbolo del calcio 'made in Usa'. Il centrocampista di Princeton, titolare fisso della nazionale dove suo padre (Bob Bradley) è l'allenatore, possiede un discreto bagaglio tecnico ma non soddisfa il direttore sportivo giallorosso, Walter Sabatini, che non fidandosi ha poi deciso di virare su altri giocatori, ben più affermati, come Gago e Pjanic.
PROFESSIONE CENTROCAMPISTA - De Rossi e Bradley sono punti di riferimento per i rispettivi club e nazionali. Il mediano romanista, con la selezione azzurra, gioca un po' più decentrato di come viene utilizzato da Luis Enrique mentre per l'americano il ruolo, con la squadra del suo paese e con quella di Di Carlo, è lo stesso. Caratteristiche simili quindi, anche se il giallorosso è più universale del clivense che invece ama più difendere che offendere. Entrambi dotati di un gran tiro dalla distanza non disdegnano del buon lancio lungo che possiedono. Non è un caso che il centrocampista di Ostia, nel campionato in corso, abbia già messo a segno due gol, con Cagliari e Juventus, mentre è ancora all'asciutto il centrale gialloblù.
PRECEDENTI - La prima volta che i due si sono incontrati è stata durante la Confederations Cup del 2009 in un Italia-Usa terminato 3-1 per gli azzurri. In quell'occasione il centrocampista romano trovò la via del gol con un gran destro dai 30 metri. Non c'era invece Michael Bradley quel 17 giugno del 2006, giorno di un altro Italia-Usa, finito però 1-1 e con De Rossi espulso per una violenta gomitata sul volto dell'allora centravanti statunitense McBride.
Daniele Del Monte