LA SFIDA NELLA SFIDA: Kjaer vs Mexes

22/03/2012 18:54

 


TRATTATIVE SOFFERTE – Dopo la trafila nel settore giovanile del Tolosa, Phil Mexes si è messo in evidenza nell’Auxerre con il quale ha conquistato una Coppa di Francia nel 2003 (battendo il Paris Saint Germain di Gabriel Heinze, che alla Roma avrebbe poi ereditato il suo numero di maglia). Di li a poco una lunga lista di pretendenti è venuta a bussare alla porta del club francese, che ad ogni richiesta di informazioni non perdeva occasione di sparare alto. Ma a Mexes la realtà della Ligue 1 andava stretta e, quando nel 2004 la Roma si mise sulle sue tracce, non si risparmiò in dichiarazioni d’amore indirizzate al club giallorosso. E’ bastato un cavillo, una clausola che permetteva di liberarsi in anticipo dall’Auxerre, e l’intervento diretto di Franco Baldini per far si che tutto si avverasse. Ma quel trasferimento 'irregolare' non è andato giù al club d’Oltralpe, che ha poi trascinato la Roma in un contenzioso durato un anno e mezzo. Finchè da Losanna, sede del Tas, non è arrivata la sentenza definitiva: al giocatore per sei settimane, un indennizzo da versare alle casse dell’Auxerre e due finestre di mercato bloccate. Un prezzo certamente più basso dei 3 milioni sborsati per il prestito di Kjaer. Cresciuto in patria nel Midtiylland, il centrale danese è stato poi acquistato nell'estate del 2008 dal Palermo, divenendo in poco tempo una pedina irrinunciabile nello schieramento rosanero. Due positive stagioni in Sicilia bastano a convincere il Wolfsburg, che si presenta da Zamparini con 12 milioni e strappa alla concorrenza il giovane scandinavo. Dopo una stagione di alti e bassi in Bundesliga la Roma si fa avanti. Un mese di contatti e un accordo che per poco non è sfumato all’ultimo momento, a causa di un misunderstanding sulle modalità di riscatto del giocatore, quella sottile differenza tra le parole “diritto” e “obbligo” poco chiara alla dirigenza tedesca ma senz’altro nota al ds , che alla fine ha fatto valere le sue condizioni.



ANNO SABBATICO – Entrambi poi sono arrivati in giallorosso in annate ‘di transizione’. Mexes, un acquisto avallato da Fabio Capello ancor prima che il tecnico del terzo scudetto giallorosso facesse le valigie per Torino, si ritrovò catapultato in una squadra che cambiò quattro allenatori nel corso dell'anno e in un ambiente poco sereno. Kjaer è stato tra gli ultimi ad arrivare quando il nuovo corso giallorosso, all’indomani dall’eliminazione dall’Europa League, cominciava a raccogliere i primi malumori. E in entrambi i casi le prestazioni dei due sono state sofferte e non all’altezza delle aspettative. In tema di coincidenze, sia Mexes che Kjaer beccarono un'espulsione dopo una manciata di partite. A Mexes toccò alla sua seconda uscita, in contro la Dinamo Kiev. Cosa successe dopo che l’arbitro Frisk sventolò il al francese è cosa nota. Un primo campanello d’allarme per un’annata che si è rivelata tutt’altro che positiva, sia per il francese che per tutta la squadra. A Kjaer è toccato lo stesso destino al quarto gettone di presenza. Non ci vuole molto per tornare con la memoria allo scorso 16 ottobre. E dopo quell’errore nel derby le prestazioni del biondo scandinavo sono state caratterizzate da incertezze ed errori grossolani, dimostrando un insicurezza che lo avrebbe di li a poco penalizzato nelle gerarchie di Luis Enrique



RISCATTO – Dopo l’"annus horribilis" Mexes si è rimboccato le maniche per convincere il nuovo tecnico Luciano Spalletti. E l’occasione è arrivata quando il titolare Kuffour ha preso parte alla Coppa D’Africa. Da allora Mexes è diventato un titolare inamovibile e il ghanese ex-Bayern Monaco è ben presto finito nel dimenticatoio. Dopo la corsa per un posto in , nell’anno del record delle 11 vittorie, altre stagioni di gioie e dolori con la Roma: due Coppe Italia, una Supercoppa, due scudetti sfiorati. E infine l’addio al termine della scorsa stagione, con l'atteso rinnovo contrattuale che non è mai arrivato. Interpellato più volte sulla questione, il difensore transalpino aveva quasi sempre glissato: "E’ importante per la Roma e lo è anche per me – le sue parole, marcate dall’inconfondibile accento franco-romanesco – “Se mi faccio male al e devo stare fermo sei mesi sono senza contratto, quindi rischio anche io". Chiamatela lungimiranza o ‘autogufata’, sta di fatto che la profezia del francese si sarebbe poi avverata. I 45’ minuti contro la saranno gli ultimi con la maglia giallorossa. Il resto è storia recente: l’operazione, la riabilitazione e infine l’approdo a parametro zero in rossonero, passando direttamente per l’infermeria di Milanello. “Ho realizzato il sogno che avevo da bambino”, dichiarò al suo arrivo. Classiche parole di circostanza, che hanno fatto storcere il naso a chi ricorda le sue lacrime al termine di quel Roma-Sampdoria... Dopo un girone di andata ai margini a causa degli infortuni, sta gradualmente ritagliandosi il suo spazio nell’undici di Allegri. A Kjaer, invece, è bastato un mese per avere una possibilità di rivincita. Due pesanti tegole per la Roma, gli infortuni di Burdisso e Juan, gli hanno spianato la strada verso una maglia da titolare. Due settimane fa ha giocato bene nella ‘sua’ Palermo, lunedi una prova discreta contro il . Ma le chance di riscatto di Kjaer passano anche da San Siro, dove sabato prossimo dalle sue parti passerà un cliente 'scomodo', che risponde al nome di Zlatan Ibrahimovic. Gli restano appena dieci partite. Dieci esami per il danese, che dovrà dimostrare di meritarsi una conferma che, a detta dello stesso , è tutt’altro che scontata. La storia riuscirà a ripetersi oppure la sua somiglianza con l’ex numero 5 giallorosso sarà ricordata solo per la capigliatura?





Daniele De Angelis