18/12/2012 19:48
MEXES - Philippe Mexes, classe '82, abbraccia la Roma dopo una delle trattative più controverse del mercato giallorosso. E' l'agosto 2004 quando Franco Baldini porta nella capitale il giovanissimo capitano dell'Auxerre per affiancarlo a Cristian Chivu dopo la partenza di Walter Samuel verso Madrid. Ma il club transalpino non la prende bene, tanto da chiedere un risarcimento per il trasferimento in giallorosso del difensore, che avrebbe firmato per la sua nuova società quando era ancora sotto contratto. Un mese e mezzo di squalifica per il calciatore, poi mano pesante della Fifa che costringe la Roma a pagare 8 milioni di euro di indennizzo alla società francese e blocca il mercato giallorosso per due finestre. L'inizio nel campionato italiano coincide con l'annus horribilis dei quattro allenatori. Da lì è un crescendo. In sette stagioni il difensore di Tolosa gioca 267 partite tra campionato e coppe, realizzando 15 gol.
LACRIME E NERVI - In mezzo blackout, nervi tesi, un silenzio imposto alla Nord laziale nel derby e le lacrime alla fine di Roma-Sampdoria. Più di tutto, un attaccamento viscerale ai tifosi e alla città. "La mia capitale è Roma, non Parigi". Tanto basta per affibbiargli il soprannome di 'Rugantino'. Ma il richiamo di una squada "che coltiva la vittoria" come il Milan e 4 milioni all'anno lo convincono ad accordarsi coi rossoneri già a gennaio.
PROFETA - La sua ultima partita in maglia giallorossa è il 3 aprile 2011. All'Olimpico arriva la disastrata Juventus di Del Neri e i giallorossi inseguono ancora il sogno Champions League. Vincono i bianconeri 0-2 e Mexes si rompe il legamento collaterale del ginocchio sinistro sul finire del primo tempo. Pochi mesi prima era stato profetico. Alla vigilia della sfida contro lo Shaktar Donetsk aveva parlato del suo contratto in scadenza: "'E' importante rinnovare, certo, rischio anche io: se mi rompo il crociato, sto fermo sei mesi e a fine contratto, chi mi prende?"
IN ROSSONERO - Riuscire ad affermarsi dietro difensori del calibro di Thiago Silva e Nesta non è facile per nessuno, figurarsi per un giocatore tornato da 6 mesi di inattività. Quando Allegri lo manda in campo, il suo rendimento è al di sotto delle attese. Inoltre, il cazzotto al suo ex compagno Borriello in Milan-Juve gli vale tre giornate di squalifica. Dopo due tribune consecutive, a fine campionato c'era chi paventava un addio anticipato. Ma le partenze di Thiago Silva e Nesta gli aprono le porte della difesa: un'opportunità che il francese non sfrutta a dovere. Il gol contro l'Anderlecht in Champions è da stropicciarsi gli occhi, la prestazione in campionato contro la Fiorentina è da mani nei capelli.
BURDISSO - Nato ad Altos de Chipion nell'aprile 1981, Nicolas Andres Burdisso cresce calcisticamente nel Boca Juniors. Con il suo mentore Carlos Bianchi in panchina vince tutto: due campionati, tre Libertadores e due Coppe Intercontinentali. Nel 2004 arriva la chiamata dell'Inter ma dopo pochi mesi è costretto a tornare in patria per assistere la figlia malata di leucemia. L'argentino propone a Moratti la rescissione ma il patron nerazzurro rifiuta e aspetta il suo rientro, che avviene il 16 ottobre 2005 a San Siro contro il Livorno. Le sue presenze tra 2004 e 2009, con Mancini prima e Mourinho poi, sono 104 con 8 gol. Da difensore centrale, terzino destro o centrocampista davanti alla retroguardia vince 4 scudetti, 2 coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. La maxi-rissa del Mestalla al termine della sfida di Champions con il Valencia gli costa la frattura del setto nasale e sei giornate di squalifica in campo internazionale.
'SI GIOCA COME SI VIVE' - Nell'agosto 2009 il passaggio alla Roma in prestito oneroso per una cifra intorno ai 3 milioni di euro. Esordisce a Marassi contro il Genoa, sotto l'egida dell'ultimo Spalletti. L'arrivo di Claudio Ranieri sulla panchina dell'Olimpico lo consolida al centro della difesa. "Un giorno parlai con la squadra: Ho una convinzione, si gioca bene in base a come ci si allena', e lui pronto: No mister, si gioca come si vive. 'Burdisso non si nasconde, ti guarda negli occhi sempre", le parole dell'allenatore testaccino che testimoniano la grinta e l'abnegazione del 'Bandito'. Insieme a Mexes e, più spesso, a Juan, Nicolas blinda la difesa di una Roma tutto cuore e sacrificio, che si gioca lo Scudetto fino all'ultima giornata. Ad agosto la Roma lo acquista a titolo definitivo per 8 milioni.
LEADER - Con l'arrivo della nuova società americana e di Luis Enrique in panchina Burdisso è al centro del progetto giallorosso. Ma la retroguardia, come il resto della squadra, fa acqua da tutte le parti. "E' un leader", dirà l'ex allenatore del Barcellona B. Il 15 novembre, nel match contro la Colombia, l'argentino si provoca una grave lesione capsulo-legamentosa al ginocchio sinistro in uno scontro con James Rodrigurez. Stagione conclusa e arrivederci Lucho.
CON ZEMAN - Al secondo anno di rivoluzione, con Zeman in panchina, la stagione di Burdisso è ambigua. Parte titolare, al fianco di Castan, ma le difficoltà nell'adattarsi alla difesa zemaniana lo spingono in panchina in favore di Marquinhos. Lo scontro con Stekelenburg che spiana la strada al 2-3 del Bologna all'Olimpico è l'emblema di questo inizio di campionato. "Il suo è un problema tattico, non crede tanto in quello che si deve fare. Ma io vorrei 20 giocatori come lui, le parole del tecnico boemo a il 6 ottobre. L'assenza per squalifica di Castan contro il Milan gli consegna ancora le chiavi della difesa. Forse, per l'ultima volta.
Lorenzo Censi