26/04/2013 14:29
PALLOTTA - James Pallotta nasce a Boston il 13 marzo 1958, ma è originario di Poggio Nativo, in provincia di Rieti. Dopo il Master in Business Administration alla Boston University, è l'incontro con Tudor Jones che gli permette d'entrare nella finanza che conta. Da qui la passione e la "fame" di fondi d'investimento: sono proprio gli hedge fund che gli hanno permesso la scalata nella classifica dei 15 top manager a stelle e strisce, con un patrimonio che si aggira intorno ai 3 miliardi di dollari. Nel 2009 fonda la Raptor Group, una società di servizi finanziari con sede a Boston, mentre nel 2005 si avvicina al basket, diventando socio e membro del comitato esecutivo dei Boston Celtics.
LA ROMA - Prima il closing del 18 agosto 2011 con il quale si è insediato a Trigoria insieme a DiBenedetto, Ruane e D'Amore. Poi l'avanzata nel Cda del 14 dicembre con il depotenziamento dell' "amico Tom", l'addio di Ruane e D'Amore e l'ingresso nel consiglio dei suoi uomini di fiducia Pannes e Klein. "È un grandissimo onore per me. Non esiste club più speciale al mondo e io accetto la responsabilità di esserne custode e guidarlo con grande senso di umiltà e determinazione per costruire unorganizzazione di livello vincente sotto tutti gli aspetti", le prime parole di Pallotta da 23° presidente giallorosso, a fine agosto.
ONE MAN SHOW - Pallotta ha da subito dimostrato più dimestichezza con telecamere e ambiente rispetto al suo predecessore. In un'intervista alla Stampa, prima ancora dell'insediamento del consorzio Usa, disse: "So quanto siano pazzi i tifosi romanisti, ma sono preparato: voi non sapete quanto sono pazzo io". A Trigoria lo si capì quando si tuffò in piscina vestito, in pieno gennaio. Durante le tournée negli States, con l'aria di casa, ha dato il meglio di sè, ascoltando e ballando musica dalle cuffie di Castan e Nico Lopez, tagliando enormi torte a forma di pallone e assistendo sotto il diluvio agli allenamenti della neonata Roma zemaniana.
MR. PRESIDENT - Ma quando si parla di lavoro, Pallotta non scherza. "I'm the boss, farò la Roma grande per sempre". Sul progetto, anzi, "piano di crescita": "Sarà ventennale". Nei momenti più difficili ha fatto da scudo a Sabatini e Baldini: "Prendetevela con me". In mezzo gli accordi con Volkswagen, Disney, Nike, e la firma del contratto per la costruzione dello stadio a Tor di Valle, ma anche valutazioni sbagliate come quelle sul reale interesse dello sceicco Al Qaddumi, liquidato come "una perdita di tempo".
MEZZAROMA - Massimo Mezzaroma nasce nalla capitale il 2 febbraio 1972. Il padre Pietro, insieme al fratello Gianni, nel maggio 1993 rilevò da Ciarrapico l'As Roma insieme a Franco Sensi, prima del passo indietro di novembre, quando scelse di cedere le sue quote al fondatore di Italpetroli. La fine del duopolio non ha impedito a Mezzaroma di mantenere un diritto di opzione per 10 annni, lasciato poi cadere nel nulla. Il cugino di Massimo, Marco Mezzaroma, ha fatto il suo ingresso nel mondo del calcio nel 2011, acquistando con il cognato Claudio Lotito la Salernitana, appena depennata dal calcio professionistico.
PALLAVOLO - E' con la pallavolo che Massimo Mezzaroma si è avvicinato al mondo dello sport, allargando i suoi affari concentrati fino ad allora nell'edilizia. Nel 2006 fondò la M. Roma Volley, con l'intento di riportare il volley di Serie A nella capitale. 2 anni ad alto livello, poi il disinteresse da parte delle autorità locali lo spinse a non iscrivere la squadra, ripartendo così dalla Serie A2. La scalata nella pallavolo che conta venne però nuovamente vanificata in estate dalla seconda mancata iscrizione della storia della società, costretta a ripartire dalla B2.
IL SIENA, LA ROMA E...MILITO - Nel 2010 l'ingresso nel calcio, con l'acquisizione del pacchetto di maggioranza del Siena. Esordio sfortunato per Mezzaroma, con i toscani finiti penultimi e retrocessi nella serie cadetta. Il giovane presidente si rese protagonista di un episodio che infiammò il già caldo finale di stagione. All'ultima giornata di campionato i bianconeri già condannati alla B ospitavano al Franchi l'Inter in piena bagarre scudetto con la Roma di Ranieri. Nei giorni precedenti alla partita cominciarono a circolare alcune voci riguardanti un presunto premio ai giocatori toscani offerto dal loro presidente nel caso in cui fossero riusciti a sconfiggere l'Inter, consegnando così il campionato ai giallorossi. Mezzaroma chiarì: "Nessun premio a vincere, è illegale. Io romanista? La mia per i giallorossi è una passione giovanile, poi sono romano e c'è un po' di orgoglio nel vedere la squadra della mia città lottare per il titolo". Un gol di Milito al Franchi vanificò chiacchiere e sogni di vittoria giallorossi.
CALCIOSCOMMESSE - Il patron toscano spera in una vittoria contro la Roma di Andreazzoli per evitare la seconda retrocessione della sua esperienza calcistica. Missione resa quasi impossibile dall'handicap di 6 punti con i quali il Siena è stato penalizzato prima dell'inizio della stagione per la vicenda calcioscommesse. A Massimo Mezzaroma sono arrivate accuse dal pentito Carlo Gervasoni e dall'ex senese Filippo Carobbio: lui ha chiarito la sua posizione, ma il club ha optato per il patteggiamento ritrovandosi arenato sullo scoglio della penalizzazione. Gli ultimi mesi sono stati turbolenti per il presidente, la cui auto è stata presa a calci e pugni da alcuni tifosi. "E' una situazione che mi deprime profondamente. L'episodio violento di stasera mi costringe a valutare per quale ragione il calcio possa continuare a esistere a Siena". Magari per una miracolo chiamato salvezza.
Lorenzo Censi