LA SFIDA NELLA SFIDA: Ljajic vs Cassano

12/09/2013 14:50

DESTINO - Il talento di Bari Vecchia classe '82 ha cercato la notorietà fin dall'esordio con gol contro l'Inter nel lontano 1999: "Se quella partita non ci fosse stata sarei diventato un rapinatore, o uno scippatore, comunque un delinquente", racconta nella sua autobiografia. Da lì è un'escalation fuori controllo: il passaggio alla Roma per 60 miliardi nell'estate del 2001 è il primo passo. Tecnica raffinatissima e un comportamento esuberante e indisciplinato, tanto che l'allora tecnico giallorosso Fabio Capello coniò per lui il termine "cassanate". Era il novembre del 2002: il barese, imbestialito perché aveva capito che non avrebbe giocato contro il Perugia, non si presentò in ritiro e prese una multa. L'ennesima.

IMITAZIONI - E' proprio con la società giallorossa che Cassano ha dato il meglio (e il peggio) di sè: bandierine rotte (Roma- 4-0 del 2004) e corna all'arbitro dopo un'espulsione (Rosetti in Milan-Roma di Coppa Italia nel 2003). Ma nemmeno altrove ha scherzato. A Madrid, nel 2006, si presenta con un giubbotto con il collo di pelliccia e qualche chilo di troppo, che gli vale il soprannome di "gordito". In estate sulla panchina del Real ritrova Capello: un idillio che dura pochissimo, logorato dall'imitazione ripresa dalle telecamere con cui l'ex Bari sbeffeggia l'allenatore di Pieris. Il ritorno in Italia, alla Sampdoria, non è privo di cassanate: nella partita casalinga contro la , dicembre 2007, si mette a piangere e si strappa la maglietta di dosso dopo aver ricevuto un'ammonizione. Un anno dopo, nella sfida al Torino, minaccia l'arbitro Pierpaoli che lo aveva espuslo: "Ti aspetto fuori". Nella stagione 2011/12 il trasferimento al Milan: 33 partite e 7 gol nonostante un'ischemia che lo colpisce a Malpensa e lo tiene fuori dai campi per 5 mesi. Poi il passaggio all'Inter e un tormentato rapporto con Stramaccioni: dalle imitazioni, questa volta del tecnico nei suoi confronti, alle mani in allenamento dopo una battuta dell'attaccante: "Eccolo, è arrivato Mourinho".

TROPPA CIOCCOLATA - Se Cassano si è crogiolato sulle prime pagine, cercando il comportamento eccessivo come il numero in campo, Adem , nato a Novi Pazar nel 1991, è finito nell'occhio del ciclone suo malgrado. Cresciuto calcisticamente nel Partizan Belgrado, viene opzionato dal Manchester United nel 2009. Dopo aver addirittura posato in foto con i suoi connazionali Vidic e Tosic insieme ad Alex Ferguson, il serbo si vede sbattere la porta in faccia: i 10 milioni di euro richiesti dal Partizan sono giudicati eccessivi da Malcolm Glazer e resta a Belgrado. "Uno shock psicologico per Adem", dichiara l'allora procuratore Furtula. E' la un anno dopo a credere in lui: debutto con Prandelli, maturazione con Mihajlovic ("Ma deve mangiare meno cioccolata e stare meno al pc") e affermazione con Montella. In mezzo, una brutta parentesi.

"? NO GRAZIE" - il 2 maggio 2012, al 32' della partita casalinga contro il Novara, Delio Rossi richiama in panchina l'attaccante serbo per Ruben Oliveira. applaude sarcasticamente: "Bravo, fai il fenomeno"; l'ex allenatore della Lazio perde i nervi e si scaglia sul numero 22, prendendolo a pugni. Risultato: Rossi esonerato e fuori rosa fino a fine stagione. Un duro colpo per la carriera del serbo, addirittura rifiutato dal al termine della stagione perchè "poco interessante". Nel maggio dello stesso anno un altro episodio contribuisce alle voci sui presunti problemi caratteriali del giocatore: prima dell'amichevole contro la Spagna non canta l'inno della sua nazionale. Durissimo il ct Mihajlovic: "Le porte della nazionale sono chiuse per ". Adem, musulmano, replica: "Mi dispiace molto per quanto accaduto. Io amo la Serbia, ho sempre voluto giocare per questa nazionale sin da quando ero bambino. Rispetto tutti, ma prima ancora devo rispettare me stesso".

IN GIALLOROSSO - Per Cassano in giallorosso 118 partite e 39 gol, molti dei quali ottenuti grazie ad "allenamenti" speciali: "Ho fatto sesso fino alle 6 di mattina anche prima di Roma- o del derby con la Lazio quando entrai a pareggiai alla fine". Il feeling con sul campo da stropicciarsi gli occhi, fuori un po' meno: "Prima eravamo amici, poi nemmeno ci parlavamo più". Ora al Parma fa coppia con Amauri e deve ancora sbloccarsi, dopo un avvio difficile per i gialloblù: nel mirino la sua ex squadra, alla quale non ha mai segnato ma che ha punito con l'assist per il primo gol di Pazzini in Roma-Sampdoria 1-2 del 2010. Il cammino all'Olimpico di , acquistato da per 10 milioni più bonusper ora è lineare, matematico, perfetto: 1 partita e 1 gol che cancella il fantasma di Lamela. E una battuta, che nasconde un sogno: "Dove possiamo puntare? Allo scudetto...". Quello che Cassano strappò a un Olimpico in lacrime in un 25 aprile di qualche anno fa.

Lorenzo Censi