02/04/2014 16:20
LAROMA24.IT - Roma-Parma secondo round. Si riparte dagli 8 minuti del 2 febbraio, quando un violento nubifragio su Roma impedì la prosecuzione della gara che l'arbitro De Marco aveva tentato di portare avanti nonostante un campo visibilmente allagato. La Roma veniva dalla vittoria con il Verona, i giallorossi avevano rosicchiato punti a tutte le dirette concorrenti e cullavano ancora la speranza di un difficile sogno tricolore. A distanza di due mesi, l'asticella per gli uomini di Garcia si è alzata, e l'obiettivo primario è difendere il secondo posto ed un sicuro accesso alla prossima edizione della Champions League. Al tecnico francese, però, non è dispiaciuta la sconfitta della Juventus a Napoli di domenica sera e con il Parma avrà l'occasione di limare ulteriormente il distacco dai bianconeri: "guardiamo avanti finchè la matematica non ci condanna", le sue parole dopo la vittoria a Sassuolo.
IL PROFILO UNICO – Pensi alla stagione giallorossa e pensi a lui, Gervais Lombe Yao Kouassi. Uno dei suoi primi allenatori decise di chiamarlo Gervinho, intravedendo un tocco di Brasile nelle sue movenze ciondolanti ed imprevedibili. Chi ci ha creduto più di tutti, però, è stato Rudi Garcia. L’ivoriano è la costante, il fil rouge, che ha accompagnato il tecnico francese lungo tutta la sua carriera in panchina, fino all’arrivo nella capitale di entrambi questa estate.
“Non vede la porta”, si diceva al suo approdo in giallorosso. In otto mesi di Roma ha di certo dimostrato di non essere un killer dell’area di rigore, ma questo ruolo, d’altronde, non è mai stato suo. Lo spingere in rete un pallone lavorato da altri non gli appartiene. Lui è il deus ex machina che scende a risolvere la situazione ingarbugliata, quella senza apparente soluzione. A Sassuolo non ha inciso, ma solo qualche giorno prima, all'Olimpico contro il Torino, ha dimostrato ancora una volta tutte la sua importanza: un assist e "mezzo" che, Destro prima e Florenzi poi, hanno trasformato nei gol decisivi. Ai tifosi romanisti, in fondo, Gervinho può andar bene così.
L’UOMO DEL RECORD - Nella Roma dei record di inizio stagione, un posto speciale ce l’ha anche lui: Jonathan Biabiany. Fino alla giornata numero undici (quella di Torino-Roma 1-1), il francese era stato l’unico ad apporre la propria firma sulla casella “gol subiti” della squadra di Garcia, tanto che il presidente del Parma Ghirardi ne fece quasi un vanto, non mancando di esporre il proprio trofeo ogni qualvolta se ne presentasse l’occasione davanti ai cronisti. Una rete importante per un giocatore che, pur giocando in proiezione offensiva, conta 28 gol in 218 apparizioni in Italia, tra serie A, serie B e Coppa Italia.
Partito dalle giovanili dell’Inter, l’ala ducale ha costruito tutta la sua carriera nel nostro campionato, cambiando più volte casacca: Chievo, Modena, Sampdoria, ancora Inter. Dal 2011 ha trovato la sua dimensione ideale a Parma, dove si è imposto come una delle pedine fondamentali del disegno tattico di Donadoni, tanto da diventare oggetto pregiato del mercato. Per l'ala ducale è stato un gennaio travagliato: prima il Milan, poi la Lazio, infine il Guangzhou di Lippi. La sua cessione sembrava imminente, si ipotizzava anche che il francese non sarebbe stato della partita lo scorso 2 febbraio. Alla fine e rimasto, per la gioia del tecnico crociato.
FAST & FURIOUS – Struttura fisica simile (179 cm x 68 kg l’ivoriano, 177 cm x 70 kg il francese), Gervinho e Biabiany fanno della velocità la loro arma letale. Sono quei giocatori che non fanno dormire sonni tranquilli agli allenatori avversari, che costringono il contendente a snaturarsi pur di non lasciare loro campo libero. In questa stagione l’attaccante romanista ha già messo insieme 26 presenze in Serie A, segnando 6 gol e regalando 9 assist ai compagni. Da non dimenticare, inoltre, la rete in Coppa Italia che ha eliminato la Juventus e consegnato alla Roma l’accesso alle semifinali del torneo. Per Biabiany, invece, le presenze sono 28, 5 gli assist, e 4 le reti rete. Ma uno di quei gol, siamo certi, se lo ricordano in tanti.